Cola o Nicola è di Messina ed è figlio di un pescatore di Punta Faro. Cola ha la grande passione per il mare, amante anche dei pesci, ributta in mare tutti quelli che il padre pesca in modo da permettere loro di vivere. Maledetto dalla madre esasperata dal suo comportamento, Cola si trasforma in "mienzu uamu e mienzu pisci". Il ragazzo, che aveva come sopranome nel suo paese Colapesce, vive sempre di più in mare e le rare volte che ritorna in terra racconta le meraviglie che vede. Diventa un bravo informatore per i marinai che gli chiedono notizie per evitare le burrasche ed anche un buon corriere visto che riesce a nuotare molto bene. Dopo aver domato, come Ulisse, Scilla e Cariddi la sua fama aumenta di giorno in giorno ed anche il Re di Sicilia, Federico II, lo vuole conoscere e sperimentarne le capacità. Il re gli chiede di esplorare le profondità marine per scoprire su cosa si regge la Sicilia. Cola accettando la richiesta del re scopre che la Sicilia sta per sprofondare e si sacrifica per essa diventando colonna che tutt'ora la regge.
Accompagnato da una originale tappeto musicale eseguito dal vivo con strumenti che ripercorrono le sonorità del Mediterraneo (due tamburi, un didjireedoo, dei bicchieri sonori intonati con una scala armonica e una marimba, che "recita" la parte più importante), Pierpaolo Bonaccurso, ispirato dall'incontro con una cantastorie siciliana, fa sua questa leggenda e ci racconta in dialetto calabrese come Colapesce abbia salvato la Trinacria dal suo sprofondamento.
Così lo spettatore, cullato dal suono caldo e avvolgente degli strumenti suonati da Fabio Tropea, si calerà insieme all'attore in quella "fantastica realtà" che è la trama fondamentale della storia e dei suoi personaggi.
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