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Messina, non ci sono danni alle persone, nè alle cose, per il terremoto

Forti scosse in provincia di Messina, paura ma nessun danno. Magnitudo 4.1 e 4.2 verso l'1:05, avvertite anche alle EolieIn geofisica i terremoti (dal latino terrae motus, cioè "movimento della terra"), detti anche sismi o scosse telluriche (dal latino Tellus, dea romana della Terra), sono vibrazioni o oscillazioni improvvise, rapide e più o meno potenti, della crosta terrestre, provocate dallo spostamento improvviso di una massa rocciosa nel sottosuolo.Tale spostamento è generato dalle forze di natura tettonica che agiscono costantemente all'interno della crosta terrestre provocando la liberazione di energia in una zona interna della Terra detto ipocentro, tipicamente localizzato al di sopra di fratture preesistenti della crosta dette faglie; a partire dalla frattura creatasi una serie di onde elastiche, dette "onde sismiche", si propagano in tutte le direzioni dall'ipocentro, dando vita al fenomeno osservato in superficie; il luogo della superficie terrestre posto sulla verticale dell'ipocentro si chiama epicentro ed è generalmente quello più interessato dal fenomeno.
MESSINA, SOLO TANTA PAURA PER IL TERREMOTO IN PROVINCIA
Centinaia le chiamate giunte al centralino dei vigili del fuoco di Messina per chiedere la verifica di eventuali danni provocati dalle due scosse di terremoto di magnitudo 4.1 e 4.2 - a cui è seguito uno sciame sismico di minore intensità - che si sono verificate poco dopo l'1 di stanotte, con epicentro in prossimità dei comuni di Brolo, Ficarra, Gioiosa Marea, Librizzi, Montagnareale, Patti, Piraino, Raccuja, Sant'Angelo di Brolo e Sinagra. I vigili del fuoco stanno ancora effettuando verifiche. In nottata hanno verificato danni in una casa di Sant'Agata di Militello, che presenta lesioni, e soccorso una donna disabile che vi abitava. Numerose le persone scese in strada, sia a Messina sia nei paesi della provincia, soprattutto a Patti, Lipari e Salina, che festeggiavano il Ferragosto nelle piazze, si sono radunati in strada. Ma nelle Eolie i vigili del fuoco non hanno effettuato alcun intervento. Una scossa di terremoto di magnitudo 2.6 è stata registrata alle 5:55 anche al confine tra Campania e Basilicata, tra le province di Salerno e Potenza
Domenico Salvatore
MESSINA- Ogni qualvolta si verifichi una scossa di terremoto, il primo pensiero corre alla catastrofe del 1908…"Il terremoto di Messina del 1908, citato anche come terremoto di Messina e Reggio del 1908 o terremoto calabro-siculo del 1908, è considerato uno degli eventi più catastrofici del XX secolo. Si verificò alle ore 05:21 del 28 dicembre 1908 e in 37 "lunghissimi" secondi danneggiò gravemente le città di Messina e Reggio.Si tratta della più grave catastrofe naturale in Europa per numero di vittime, a memoria d'uomo. L'ultimo movimento tellurico, abbastaza intenso, per fortuna non ha provocato danni alle persone, né alle cose. Ma solo tanta paura. Il 'lancio' dell'Ansa infatti chiarisce…"Centinaia le chiamate giunte al centralino dei vigili del fuoco di Messina per chiedere la verifica di eventuali danni provocati dalle due scosse di terremoto di magnitudo 4.1 e 4.2 - a cui è seguito uno sciame sismico di minore intensità - che si sono verificate poco dopo l'1 di stanotte, con epicentro in prossimità dei comuni di Brolo, Ficarra, Gioiosa Marea, Librizzi, Montagnareale, Patti, Piraino, Raccuja, Sant'Angelo di Brolo e Sinagra. I vigili del fuoco stanno ancora effettuando verifiche. In nottata hanno verificato danni in una casa di Sant'Agata di Militello, che presenta lesioni, e soccorso una donna disabile che vi abitava. Numerose le persone scese in strada, sia a Messina sia nei paesi della provincia, soprattutto a Patti, Gioiosa Marea e Brolo, dove la scossa è stata più avvertita. Anche gli abitanti e i turisti delle Eolie, in particolare a Lipari e Salina, che festeggiavano il Ferragosto nelle piazze, si sono radunati in strada. Ma nelle Eolie i vigili del fuoco non hanno effettuato alcun intervento. Una scossa di terremoto di magnitudo 2.6 è stata registrata alle 5:55 anche al confine tra Campania e Basilicata, tra le province di Salerno e Potenza. Secondo i rilevamenti dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), il sisma ha avuto ipocentro a 10,6 km di profondità ed epicentro in prossimità dei comuni salernitani di Caggiano, Ricigliano, Romagnano al Monte e Salvitelle, e di quelli potentini di Balvano, Baragiano, Picerno, Sant'Angelo le Fratte, Savoia di Lucania e Vietri di Potenza. Non si registrano danni a persone o cose. Ancora oggi, figli e nipoti, tramandano quel disastro del 1908…"La notte, i sismografi registrarono il verificarsi di un terremoto di grande magnitudo. Il sisma, fonte Wikipedia, è inquadrabile settorialmente in una zona ubicata in Italia. Nessuna più precisa informazione al riguardo è tuttavia disponibile, solo rimangono le tracce marcate dai pennini sui tabulati degli osservatori sismici che gli studiosi cominciarono velocemente ad analizzare e interpretare. I telegrafi infatti cominciarono a ticchettare, i tecnici rimasero allora in attesa di ottenere e scambiare notizie. Ancor prima di ottenere una qualsivoglia comunicazione ufficiale, tale fu l'intensità del terremoto del 1908 che devastò Messina e Reggio Calabria che molte nazioni del mondo e l'Italia stessa, furono informate attraverso la strumentazione scientifica. I sismografi misero in evidenza solo la grande intensità delle scosse senza consentire però agli specialisti di individuare con certezza la specifica localizzazione e solo di immaginare, ovviamente, i possibili danni provocati da un sisma di quella intensità. Gli addetti all'osservatorio Ximeniano di Firenze annotarono:« Stamani alle 5:21 negli strumenti dell'Osservatorio è incominciata una impressionante, straordinaria registrazione: "Le ampiezze dei tracciati sono state così grandi che non sono entrate nei cilindri: misurano oltre 40 centimetri. Da qualche parte sta succedendo qualcosa di grave. »I luoghi.La Calabria meridionale e l'area dello Stretto di Messina sono zone a elevata sismicità; risultano infatti colpite da almeno 8 eventi sismici di magnitudo pari o superiore a 6 in epoca storica. La particolare criticità dell'area è determinata dal fatto che è sede di numerosi centri abitati tra cui due di grandi dimensioni: Messina, città portuale della Sicilia, di antichissima origine, è situata sulla costa occidentale dell'omonimo stretto e dista circa 3 km dalla sponda calabrese. Il terremoto del 1783 distrusse gran parte della città.Reggio Calabria, anch'essa di origini remote e importante in periodo greco e altomedievale, rimase anch'essa pressoché distrutta dal terremoto del 1783 che determinò la successiva riedificazione di molti dei suoi quartieri secondo un nuovo piano regolatore e con criteri innovativi, che persistono tuttora.Gli avvenimenti. Mappa dell'epicentro del sisma.Lunedì 28 dicembre 1908 un terremoto di 7,2 Mw (XI Mercalli) si abbatté violentemente sullo Stretto, colpendo Messina e Reggio in tarda nottata (5,21 circa). Uno dei più potenti sismi della storia italiana aveva quindi colto la regione nel sonno, interrotto tutte le vie di comunicazione (strada, ferrovia, telegrafo, telefono), danneggiato i cavi elettrici e le tubazioni del gas, e sospeso così l'illuminazione stradale fino a Villa San Giovanni e a Palmi. Con lo strascico di un maremoto, l'evento devastò particolarmente Messina, causandovi il crollo del 90% degli edifici.Le testimonianze dell'epoca. La relazione al Senato del Regno – datata 1909 – sul terremoto di Messina e Reggio: «Un attimo della potenza degli elementi ha flagellato due nobilissime province – nobilissime e care – abbattendo molti secoli di opere e di civiltà. Non è soltanto una sventura della gente italiana; è una sventura della umanità, sicché il grido pietoso scoppiava al di qua e al di là delle Alpi e dei mari, fondendo e confondendo, in una gara di sacrificio e di fratellanza, ogni persona, ogni classe, ogni nazionalità. È la pietà dei vivi che tenta la rivincita dell'umanità sulle violenze della terra. Forse non è ancor completo, nei nostri intelletti, il terribile quadro, né preciso il concetto della grande sventura, né ancor siamo in grado di misurare le proporzioni dell'abisso, dal cui fondo spaventoso vogliamo risorgere. Sappiamo che il danno è immenso, e che grandi e immediate provvidenze sono necessarie».I Siciliani e i Calabresi vennero immediatamente soccorsi, martedì 29, da navi russe e inglesi che erano alla fonda a Siracusa e ad Augusta, mentre gli aiuti italiani arrivarono poco dopo, nella mattinata del 29 dicembre. Il breve ritardo fu causato dal fatto che i piroscafi partirono da Napoli, e in tarda serata, subito dopo che le reali notizie sulla catastrofe arrivarono al Governo.Tra le prime squadre di soccorso che giunsero a Reggio vi fu quella proveniente da Cosenza, guidata dall'esponente socialista Pietro Mancini (padre di Giacomo) che dichiarò:« Le descrizioni dei giornali di Reggio e dintorni sono al di sotto del vero. Nessuna parola, la più esagerata, può darvene l'idea. Bisogna avere visto. Immaginate tutto ciò che vi può essere di più triste, di più desolante. Immaginate una città abbattuta totalmente, degli inebetiti per le vie, dei cadaveri in putrefazione ad ogni angolo di via, e voi avrete un'idea approssimativa di che cos'è Reggio, la bella città che fu. "


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