Il tempo della verità e l’ora degli sciacalli
Editoriale di Luigi Palamara
C’è un momento, nella storia di ogni comunità, in cui il velo si strappa e le maschere cadono. È il tempo in cui emergono i volti autentici, gli uomini e le donne che hanno costruito, che hanno faticato, che hanno assunto su di sé il peso della responsabilità. Ma è anche l’ora degli sciacalli. Un’ora triste, ma inevitabile, in cui l’opposizione si affaccia non con spirito costruttivo, ma con la brama di chi fiuta il sangue e si butta sulla preda.
E così, come spesso accade nei momenti delicati della vita pubblica, la critica si fa feroce, la morale si alza su un piedistallo ipocrita, e le lezioni di politica e di buona amministrazione piovono da bocche che mai hanno gestito nulla, che mai hanno conosciuto la solitudine della scelta, il peso del comando, la complessità della realtà.
La verità è che oggi più che mai si tenta di strumentalizzare ogni difficoltà, ogni errore, ogni ostacolo. L’opposizione non dialoga, accusa. Non propone, distrugge. Non riflette, colpisce. Non si assume la responsabilità di governare, ma pretende di giudicare chi governa. In una parola: moralizza. E lo fa con una presunzione fuori luogo, come se la politica fosse un esercizio di retorica e non una fatica quotidiana tra esigenze contrapposte, bisogni reali e risorse limitate.
Ma la gente, quella vera, quella che vive ogni giorno tra lavoro, sacrifici, affanni e speranze, la gente sa. Sa distinguere tra chi lavora e chi urla, tra chi costruisce e chi specula. Sa riconoscere il valore e l’inconsistenza, il merito e la vetrina. E proprio per questo, non si lascia più incantare dalle parole vuote, dalle indignazioni a comando, dalle improvvisate lezioni di etica pubblica.
In fondo, la politica non è un palcoscenico ma un campo di responsabilità. E in questo campo, la storia non la scrive chi giudica, ma chi agisce. La politica non è un gioco di riflettori, ma un lavoro silenzioso e duro. Chi oggi punta il dito senza avere mai portato il peso di una decisione, domani sarà ricordato non per ciò che ha detto, ma per ciò che non ha fatto.
Perché alla fine “le grandi verità non sono proclamate nei salotti ma conquistate nella solitudine di chi sceglie”. E chi, come me ha visto il volto più nudo del potere, sa che i processi più spietati non sono quelli della legge, ma quelli dell’opinione pubblica. E lì, cari oppositori di turno, la gente vi ha già giudicati. E sa perfettamente chi vale e chi no.
Reggio Calabria 14 maggio 2025
Luigi Palamara #luigipalamara #palamaraluigi #giuseppefalcomatà
#politica
#reggiocalabria
#piazzadelpopolo
#mercato
#sentenzatar
0 Commenti