Melito di Porto Salvo: Eletto Sindaco Tito Nastasi.
Editoriale
di Luigi Palamara
Melito di Porto Salvo (Reggio Calabria) 27 maggio 2025. C’è qualcosa di tragicamente epico nella vicenda politica di Melito di Porto Salvo, come se il destino avesse voluto inchiodare una comunità intera al bivio tra disillusione e speranza. Tito Nastasi è stato eletto sindaco senza avversari, con una lista solitaria e un quorum che sembrava più una montagna da scalare che un requisito amministrativo. Eppure, ce l’ha fatta. Ma cosa significa oggi essere eletto senza sfidanti? È un trionfo o una condanna?
Melito non ha votato per scegliere, ha votato per esistere. Il quorum non è stato solo una soglia burocratica: è stato un grido sommesso, una dichiarazione d’identità. In un'epoca in cui la partecipazione civica si consuma tra lo scetticismo e la fuga, superare il 40% è un atto quasi rivoluzionario. Ma dietro le percentuali, resta il vuoto di una contesa assente, lo spettro di un’apatia che ha costretto il cittadino a decidere tra l’inerzia e la responsabilità.
Tito Nastasi, con la sua lista “Melito Bene Comune”, è ora l’uomo solo al comando. Un ruolo difficile, perché non può attribuire ad altri né il peso dell’opposizione né l'onore del confronto. Governerà in solitudine, come un capitano in mare aperto senza vele né venti contrari. E proprio qui si gioca la sfida più vera: non nel vincere, ma nel costruire. Non nel comando, ma nell’ascolto. Perché il consenso silenzioso è fragile come vetro, e la legittimità democratica non si eredita: si conquista giorno per giorno.
Nastasi non dovrà solo amministrare, ma rifondare la fiducia. Ogni marciapiede sistemato, ogni aula scolastica riaperta, ogni angolo illuminato non sarà solo un'opera pubblica, ma un segnale: “Siamo tornati a credere”. Ed è forse questo il lascito più autentico di un’elezione senza rivali: la possibilità – e la responsabilità – di ricominciare.
Le rivoluzioni più autentiche nascono quando nessuno le vede. La vera democrazia si misura non nel diritto al voto, ma nella volontà di usarlo. A Melito, forse, qualcosa si è mosso. In silenzio. Ma si è mosso.
Luigi Palamara
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