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Nuvola Selvaggia ad Aquila di Luce: “Quando il tuo compagno di tenda ti ha tradito una volta non dargli la possibilità di tradirti la seconda volta”

Nuvola Selvaggia ad Aquila di Luce: "Quando il tuo compagno di tenda ti ha tradito una volta non dargli la possibilità di tradirti la seconda volta"

 

 

di Pierfranco Bruni

 

 

 

Nuvola Selvaggia, sfidandomi con lo sguardo, sotto la tenda dalla pelle rossa cucita a rattoppi con strappi di stelle fulminanti sull'azzurro, mi ha detto: "Non dare mai voce a chi non fa della sua coerenza uno stile di vita. Non dare mai spazio a chi una sola volta non ti ha portato la pipa della lealtà. Non credere a chi pensa che basti il perdono per coprire le pugnalate alla schiena o le frecce tirate per colpire le spalle. Non fidarti delle vanità che hanno il sorriso dell'ipocrisia. Tu sei astuto. Sei colto. Appartieni alla razza degli sciamani del silenzio e dell'armonia. Ma non basta. Devi impugnare il tamburo, quando le danze sono di guerra, e far suonare la tua voce dalla notte all'alba. Il tuo canto deve colpire chi ti ha rinnegato, chi ha cercato di vendere il tuo volo d'aquila, chi non ha ascoltato i viaggi della lealtà".

Rivolse lo sguardo in alto e come se fosse un'imprecazione sussurrò: "Non puoi restare nel tempo fermato. Tu devi viverti il tempo allontanandoti da chi ti ha tradito. Non ti fidare di chi gioca sugli accampamenti dell'opportunismo. Ti dico questo perché ho ascoltato, ho vissuto, ho sofferto e sei stato tradito anche da coloro che avrebbero dovuto portare alto il tuo nome, la tua voce, la volontà. Eppure non è stato così. Io, Nuvola Selvaggia, mi sento colpito alle spalle per te e ti sfido a restituire, tu sciamano, tutti i colpi che hai subito. Noi Apache, non vogliamo guerra. Cerchiamo giustizia. Ma non permetteremo a nessuno, dico a nessuno, di vendere le nostre anime, le nostre storie, le nostre tradizioni".

Non so perché Nuvola Selvaggia ha voluto incidere così fortemente nella mia coscienza queste parole. Ad ascoltarlo mi sono sentito frastornato, se pur in un assopimento che era oblio e non sonno.

Mi indicava una strada e mi chiamava sciamano. Ma so che Nuvola Selvaggia è la via degli sciamani e  offre opportunità alla comprensione lungo il tragitto della salvezza.

Mi guardò ancora negli occhi e aggiunse: "Tu, Aquila di Luce, sei un combattente e non ti sei piegato a nessuna condizione e non ti sei lasciato condizionare da guerre perse e da sconfitte vinte. Ma noi sappiamo quando è opportuno fermarsi, quando è necessario non dire parole, quando accogliere la pazienza e quando danzare sotto la luna e attaccare un minuto prima che il tuo nemico ti possa attaccare".

Una pausa nel silenzio della pipa e poi aggiunse: "Non cedere alle lusinghe. Chi ha vissuto nel nostro accampamento vivendo a contatto anche con i nostri avversari diventa non più affidabile. Ogni giustificazione e ogni confidenza diventano un aleggiare di parole nel vento".

Ancora una pausa. La pipa aveva fili incrociati di fumo bianco ed erano nuvole tra le distanze dei nostri occhi. Pronunciò: "Ricordati: quando il tuo compagno di tenda ti ha tradito una volta non dargli la possibilità di tradirti la seconda volta. Non accettare il gioco del perdono. Noi non apparteniamo a quella razza. Noi non dobbiamo entrare nell'errore con la convinzione di essere poi perdonati. La nostra religione è quella delle Voci Illuminanti.  Devi colpire. Come ti hanno colpito. Anzi. Devi colpire ancora di più. Senza mai cedere. Chi ti ha giocato l'anima una volta potrà giocartela anche la seconda volta. A chi ti ha giocato l'anima non dare più possibilità di una seconda volta. La disputa dei tre dadi non è nella tradizione degli Apache".

Io, Aquila di Luce, ho sfogliato le foglie dei miei ricordi. Ho lasciato la tenda e mi sono allontanato da Nuvola Selvaggia. Nelle mie memorie ci sono anni lunghi e anni persi tra i vissuti miei intrecciati con altri vissuti.

Sono stanco. Da quando Aquila Combattente mi ha lasciato mi sembra di aver smarrito una linea dei miei orizzonti. Sono diventato uno sciamano dell'armonia. È questo che Nuvola Selvaggia mi rimprovera.

Ho capito. Tutti i colpi che ho subito non mi hanno forse ferito abbastanza. Ma le ferite ci sono.

Ho guidato i miei indiani nelle guerre dei fiumi, ho combattuto i visi pallidi nelle praterie, in campo aperto, li ho sfidati nelle foreste, sulla linea dei confini ma non ho mai tentato una imboscata contro gli avversari. Li ho combattuti a cielo aperto. Eppure contro di me, e i miei indiani, hanno sempre teso delle imboscate.

È passato quel tempo. Tutto si legge con chiarezza.

Sono ritornato indietro, ho cercato Nuvola Selvaggia. Fumava la sua pipa e accanto aveva la sua ascia, il suo arco, le sue frecce. Il fuoco della notte prima aveva ancora fiammelle tra la cenere grigia. Mi sono seduto accanto a lui. Come fanno gli Apache che conoscono il dono della pipa e la virtù dell'ascia.

Nuvola Selvaggia: "Perché sei ritornato? Ascolta il vento. Ci sono tuoni in lontananza. Arriva la pioggia. Dobbiamo porre in riparo la nostra gente. Ci sarà la battaglia. Ci attaccheranno…".

Io, Aquila di Luce, pongo una mano davanti al suo sguardo: "Ci attaccheranno? Bisogna fare in modo di attaccarli un minuto prima che loro possano attaccarci. È finita la stagione del sole. Comincia quella della pioggia. Chi ti è nemico lancerà un colpo alla nuca. Chi ti è amico e lascia la tua tenda per dialogare con il tuo nemico, anche per una sola volta, diventerà anche lui un tuo nemico. Non ti fidare mai degli spazi bianchi. Noi dobbiamo difendere la dignità del nostro popolo".

Nuvola Selvaggia saltò, con impeto, sul suo cavallo e urlò chiamando a sé la sua gente con una voce che ha ancora echi nel vento: "Le donne danzeranno, i giovani affileranno la lama, gli anziani accudiranno il silenzio. Nuvola Selvaggia e Aquila di Luce guideranno il loro popolo lungo la via degli sciamani e nulla più concederanno a chi ha tradito le loro coscienze".

 








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Luigi Palamara
Giornalista, Direttore Editoriale e Fondatore di MNews.IT
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