L'avvocato Antonino Napoli, difensore del Ditto, con un'istanza rivolta al Magistrato di Sorveglianza, aveva evidenziato l'incompatibilità tra la patologia di "atassia cerebellare", di cui è affetto il proprio assistito, e la detenzione carceraria.
In seguito all'istruttoria disposta presso il centro clinico di Messina ed una perizia richiesta dal Magistrato di Sorveglianza si è accertato che nessun centro clinico carcerario è in grado di fornire al Ditto tutte le terapie e le cure prescritte in considerazione della gravità della patologia degenerativa e, pertanto, gli è stato concesso, nonostante la gravità dei reati contestati, il beneficio della detenzione domiciliare.
Tonino Maiorano, era stato ucciso per errore, al posto di Giuliano Serpa, ora collaboratore di giustizia, in un agguato mafioso a Paola nell'ambito di uno scontro tra le locali cosche rivali appoggiate, a vario titolo, da quelle cosentine.
Gennaro Ditto, imputato anche nel processo "Tela del Ragno", si trova ora a scontare la sua pena presso la sua abitazione a Paola.
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