Le rondini in volo disegnano curve e direzioni in apparenza senza una logica la fantasia sembra dar loro una creatività artistica pennellate disegnate nel cielo azzurro della primavera. Un battito di ali frenetico, a volte quasi scomposto per poi lasciarsi andare. Farsi accarezzare dall'aria, baciare dal sole. Cinguettare. Insieme. E’ arrivata la primavera. La vita si sente ovunque, nell'aria, nei profumi, nei colori, nei suoni. Una luce che ti attraversa dentro. E’ gioia. Poi il nido, costruito beccata dopo beccata. La casa. Il miracolo: la nascita. Becchi aperti e fiduciosi che aspettano di mangiare. Un cinguettio continuo e mai sgradevole. Sono i piccoli che crescono. Protetti dalla casa di fango e cresciuti dall'amore e dai sacrifici delle mamme.
La mamma è tutto. Senza si muore. Lentamente. Fino a sentire la vita che ti lascia. Una lenta agonia. Attesa, angoscia, dolore, rassegnazione, pianto,…
Con te mamma non ho conosciuto la primavera. Non mi hai mai dato il calore della casa. Non mi hai mai protetta. Il mio bene verso di te è stato sempre immenso. Fino al tuo ultimo respiro ti ho voluto bene. Ho pregato che tu non morissi. Mi hai lasciata sola. Hai rovinato la mia vita. La tua morte tra le mie braccia mentre mi chiedi perdono mi procura dolore e lo stesso tempo mi libera dentro. Ho sempre aspettato il tuo affetto. Ho cercato il tuo bene. Ho desiderato il tuo amore. Mi sono sempre fidata di te. In te ho riposto le mie speranze. Mi sono attaccato forte la tua gonna.
Non lasciarmi mamma.
Non farmi andar via.
Ti prego.
Ti voglio bene.
Ho solo te.
Ti ho dato i pizzicotti per farti svegliare. Niente punto tutto inutile. Mi hai venduto. Hai gettato la mia vita come l'acqua sporca.
Ti ritrovi in un lettino morente:
- Perdonami bambina mia.
- Mamma non posso perdonarti mi hai rovinato la vita.
- Mi ha lasciata sola.
- Anche adesso te ne vai e mi lasci sola.
Non voglio che muoia, le voglio ancora bene, gli ho sempre voluto bene. Ho sempre sperato. Quante occasioni bruciate. L'avrei perdonata. Volevo solo il suo affetto, la sua protezione. Il calore di mamma. Un abbraccio, una carezza, un sorriso…
Adesso piango e sono immersa in un dolore profondo. Il tuo ultimo respiro, mamma, mi ha come liberato e nello stesso tempo mi tiene dentro al nido come quei rondinini che ogni giorno aspettano la loro mamma che li faccia crescere e volare nel cielo azzurro della primavera della vita. Insieme verso il sole, il calore, l'amore. Mano nella mano. Stretti fino a sentire il cuore battere tra le dita.
Avrei voluto tu fossi la mia rondine, mamma.
Luigi Palamara
Estratto dal romanzo: Morsa asfissiante
La mamma è tutto. Senza si muore. Lentamente. Fino a sentire la vita che ti lascia. Una lenta agonia. Attesa, angoscia, dolore, rassegnazione, pianto,…
Con te mamma non ho conosciuto la primavera. Non mi hai mai dato il calore della casa. Non mi hai mai protetta. Il mio bene verso di te è stato sempre immenso. Fino al tuo ultimo respiro ti ho voluto bene. Ho pregato che tu non morissi. Mi hai lasciata sola. Hai rovinato la mia vita. La tua morte tra le mie braccia mentre mi chiedi perdono mi procura dolore e lo stesso tempo mi libera dentro. Ho sempre aspettato il tuo affetto. Ho cercato il tuo bene. Ho desiderato il tuo amore. Mi sono sempre fidata di te. In te ho riposto le mie speranze. Mi sono attaccato forte la tua gonna.
Non lasciarmi mamma.
Non farmi andar via.
Ti prego.
Ti voglio bene.
Ho solo te.
Ti ho dato i pizzicotti per farti svegliare. Niente punto tutto inutile. Mi hai venduto. Hai gettato la mia vita come l'acqua sporca.
Ti ritrovi in un lettino morente:
- Perdonami bambina mia.
- Mamma non posso perdonarti mi hai rovinato la vita.
- Mi ha lasciata sola.
- Anche adesso te ne vai e mi lasci sola.
Non voglio che muoia, le voglio ancora bene, gli ho sempre voluto bene. Ho sempre sperato. Quante occasioni bruciate. L'avrei perdonata. Volevo solo il suo affetto, la sua protezione. Il calore di mamma. Un abbraccio, una carezza, un sorriso…
Adesso piango e sono immersa in un dolore profondo. Il tuo ultimo respiro, mamma, mi ha come liberato e nello stesso tempo mi tiene dentro al nido come quei rondinini che ogni giorno aspettano la loro mamma che li faccia crescere e volare nel cielo azzurro della primavera della vita. Insieme verso il sole, il calore, l'amore. Mano nella mano. Stretti fino a sentire il cuore battere tra le dita.
Avrei voluto tu fossi la mia rondine, mamma.
Luigi Palamara
Estratto dal romanzo: Morsa asfissiante
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