Continua il cammino delle Sardine verso le elezioni in Emilia-Romagna. Non sono “candidate” ma il loro peso e le loro istanze sono u...
Continua il cammino delle Sardine verso le elezioni in Emilia-Romagna. Non sono “candidate” ma il loro peso e le loro istanze sono un fattore ormai molto importante. Oggi era il giorno della grande manifestazione a Bologna, lì dove tutto è iniziato dopo l’iniziativa social di quattro amici ormai due mesi fa. upday c’era e ha parlato coi leader del movimento, con qualche ospite famoso ma anche con tanta gente comune.
“Avevamo raccolto 50mila euro con cui potevamo pagare tantissime sponsorizzazioni su Facebook, invece abbiamo scelto di fare un evento reale”. Per Mattia Santori, leader del movimento “anti-populista”, è stata un’altra vittoria: “Siamo almeno 35mila“, dichiara trionfante alla conferenza stampa al teatro Arena del Sole. Il numero ci sta tutto: piazza 8 Agosto, nel centro di Bologna, è piena. E tanta gente, dopo le 17, continua ad affluire, complice il fischio finale al Dall’Ara per Bologna-Verona di Serie A.
“C’è bisogno di un contenitore nuovo”
Nel tardo pomeriggio le Sardine arrivano fino alle scale della Montagnola, oltre la piazza. Molti vengono dall’Emilia, ma pullman e corriere hanno collegato l’intero arcipelago. Angela Seracchioli, 68 anni, alle tre è già scatenata e rimpiange di dover andare via troppo presto “per non perdere il collegamento per Assisi”.
C’è chi parla di “risveglio delle coscienze”, come Maurizio Bertalini da Modena. Michele Gianmario, dell’associazione ‘la Comune’, sottolinea il carattere innovativo del movimento: “Un’identità va trovata senza fretta”. Unirsi con un partito politico? “Non si mette il vino nuovo nell’otre vecchio, altrimenti va tutto a male. C’è bisogno di un contenitore nuovo“.
Sardine in cerca di autore: “Per ora niente partito”
Al di là della linea identitaria, Mattia Santori ci tiene a sottolineare la “vittoria” di chi “non gioca sporco”, raccogliendo ancora una volta una larghissima partecipazione. Ma le Sardine cercano ancora un’identità.
Non sarà in politica, almeno per adesso: “Trasformarsi in un partito non è la direzione giusta. La gente tende ad non avvicinarsi ai partiti, purtroppo questa è un’evidenza”. Candidarsi resta quindi un tabù.
La priorità, come ribadito nel corso della manifestazione da Santori, resta “abrogare il decreto sicurezza“, anche se “sarà complicato”.
Domani è un altro giorno importante: le Sardine decideranno se andare a Bibbiano o no il 23 gennaio, contemporaneamente a Salvini, che non ha risposto all’ultimatum lanciato dai leader del movimento: rinunciate a Bibbiano e rinunceremo anche noi. La sensazione è che alla fine ci sarà il ‘piazza a piazza’ e tra la folla è la domanda più gettonata: “si andrà o no a Bibbiano a sfidare Salvini?”.
Una struttura in divenire
Dopo le elezioni “continueremo a lavorare per darci una struttura”, spiega Roberto Morotti, l’altro fondatore bolognese, che sulle elezioni regionali è perentorio: “Non si può perdere“. Mattia Santori ribadisce che si tratta di un’organizzazione informale, senza organigrammi precisi.
“Malediciamo quel giorno in cui abbiamo costituito il direttivo centrale bolognese che adesso ci tiene tutti impegnatissimi” e al momento rappresenta la colonna portante del movimento, perché coordina tutti i gruppi locali e concede il patrocinio alle manifestazioni. Una dozzina di militanti della prima ora, tra i quali ovviamente i quattro fondatori di Bologna.
Dopo le elezioni “decideremo quali saranno i gruppi ufficiali e quali no, quale ruolo dare alle realtà locali. Al momento non esiste una vera e propria organizzazione”. Un certo schema, in realtà, esiste già: 180 delegati dai territori si sono incontrati a Roma, mentre i referenti nei diversi Comuni dove c’è stata una manifestazione sono riuniti intorno al direttivo provinciale di riferimento. Un’organizzazione informale appunto, niente è stato messo nero su bianco e questo probabilmente sarà il prossimo passo delle Sardine.
Dietrofront sul ‘daspo’ social?
“Siamo stati molto criticati nei giorni scorsi per questa scelta, ma credo che qualcosa vada fatto per controllare gli utenti”, Lorenzo Donnoli, portavoce a Ferrara e membro del direttivo centrale, conferma la suggestione lanciata da Santori il 17 gennaio. Un “daspo social” per gli odiatori, una proposta che però è a uno stadio più che embrionale.
“Il daspo digitale è stato frainteso”, risponde infatti più tardi Santori ai giornalisti, senza però chiarire definitivamente: “Bisogna porre il tema della sostenibilità della democrazia. Non possiamo permettere che persone come Laura Boldrini, la senatrice a vita Liliana Segre o il nostro compagno Sergio Echamanov – preso in giro da Salvini su Facebook perché dislessico – soffrano conseguenze terribili. Io stesso inizio a sentire odio e astio alle mie spalle quando cammino per Bologna”.
Alla fine, alla domanda esplicita di un giornalista, risponde smentendo la volontà di voler identificare gli utenti dei social: “Non vogliamo fare proprio nulla. Ma vanno trovati dei rimedi“.
Pif: “Qui perché è una piazza che mi rispecchia”
Oltre agli artisti, tanti gli ospiti sul palco, tra questi anche il giornalista Sandro Ruotolo, “un pensiero alla Whirpool di Napoli” e la calciatrice della Juventus femminile e capitana della Nazionale Sara Gama. Il regista Pif è salito sul palco con una maglietta della Lega e ha lanciato alcune frecciatine a Salvini. Ma l’ex Iena ne ha avuto un po’ per tutti: “Speriamo che loro non si alleino con Alfano o Verdini, io non credo”, ha detto a chi gli chiedeva di quando andava alla Leopolda.
Un’esperienza che lo ha “deluso“, ha ammesso Pif. Ma le Sardine “hanno fatto qualcosa di straordinario che rimarrà nella storia. Quattro amici dal nulla hanno mobilitato le masse e le piazze: è una cosa meravigliosa, al di là di tutto. So che molti vogliono dare un significato alla mia presenza, ma non c’è: è tutto molto più semplice e spontaneo di quanto si pensi“.
Gianluca Mavaro