REGGIO CALABRIA. Patrizia Foti (Uilpa) denuncia la spinosa questione degli uffici giudiziari di reggini

REGGIO CALABRIA. A oggi, è con sommo rammarico che constatiamo, a ben più un anno di distanza e nonostante le promesse ricevute, le medesime...



REGGIO CALABRIA. A oggi, è con sommo rammarico che constatiamo, a ben più un anno di distanza e nonostante le promesse ricevute, le medesime criticità consistenti sia nella carenza di organico, che nelle  infrastrutture di alcuni Uffici del Distretto.



È Patrizia Foti – vice coordinatore nazionale Uilpa Giustizia - a denunciare, ancora una volta, la spinosa questione degli uffici giudiziari di Reggio Calabria.



Il momento storico che stiamo vivendo - prosegue Foti - ci impone delle riflessioni su come vogliamo concretamente modificare la realtà degli Uffici giudiziari e su come dobbiamo superare il mancato turnover e l’attuale piano assunzionale. 



Importante per queste azioni il ruolo del sindacato, con il quale l’amministrazione è tenuta a dialogare, rispettando ruolo e prerogative riconoscendo, DEMOCRATICAMENTE, i diritti dei lavoratori. Noi siamo sindacalisti e questo è il nostro ruolo.



Non basteranno le migliaia di assunzioni annunciate dal Ministro, per sanare l’emorragia organica che si sta registrando negli Uffici giudiziari a causa dei pensionamenti per raggiunti limiti d’età, delle dimissioni e per la quota cento.



La carenza di personale amministrativo degli Uffici dell’intero Distretto, in particolare di alcuni Uffici come il Tribunale Distrettuale di Reggio Calabria, che soffre di una scopertura di personale superiore al 45% e della Procura della Repubblica, con una scopertura pari al 20%, associata all’aumento delle sopravvenienze dei flussi di lavoro, determinerà un grave danno alla salute dei lavoratori ed al regolare corso della giurisdizione civile e penale. 



E’ necessario – prosegue Foti - un progetto di pianificazione strategica che metta al primo posto l’implementazione dell’efficienza del sistema giudiziario e amministrativo, non solo attraverso un piano assunzionale triennale, ma anche e soprattutto con la valorizzazione delle professionalità e dell’esperienza che il personale giudiziario ha maturato, oltre all’adozione di modelli organizzativi tesi a promuovere il benessere psicofisico dei lavoratori.

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