FINITA L’EMERGENZA COVID-19, DOVE ANDRA’ L’ITALIA …? E REGGIO …? ABBANDONATE LA SCENA, CHE NON E’ PIU’ TEMPO DI PAGLIACCIATE

Una cosa è certa: questa emergenza sarà superata grazie alla COMPETENZA che, come è a tutti chiaro, risiede fuori dalla politica. Qu...



Una cosa è certa: questa emergenza sarà superata grazie alla COMPETENZA che, come è a tutti chiaro, risiede fuori dalla politica.

Quest’ultima, dal canto suo, esercita il potere in nome di una CONOSCENZA che NON ha, e cerca di operare, per legittimare se stessa, ricorrendo agli assiomi non-falsificabili della scienza.


Ecco la prova: le iniziative intraprese dai governanti fino alla conclamata infezione sono state contraddittorie e confuse, incoerenti e irrazionali, contrastanti e discordi, quando non incoscienti; tutto ciò, fino a quando la “cabina di regia”, composta da un gruppo di scienziati, non ha “imposto” l’adozione delle severe misure attualmente in atto. (Ci stiamo avvicinando ad una Repubblica Platonica post-democratica …?)

La politica avrebbe dovuto anticipare gli eventi, e non lo ha fatto; capire gli accadimenti, e non ha compreso.


Si è limitata a prendere il microfono in mano per leggere i titoli di coda della rappresentazione di un avvenimento che non l’ha mai vista protagonista.


Sarebbe importante, adesso, che la politica (se ne è capace) interpretasse i sintomi contingenti di una sciagura che non è solo biologica e sanitaria, e superarli; di farsi intermediaria tra noi e la storia di domani e risolvere i problemi che questa emergenza ci ha messo sotto gli occhi, primo tra tutti l’inconsistenza dell’Europa e il dominio sulle Nazioni di una classe di tecnocrati non eletti; e, a seguire, i mancati investimenti in infrastrutture e ricerca per cui il nostro Paese piangerà lacrime amare per i prossimi 20 anni.

Passerà questa emergenza, e ci troveremo un’altra volta al tempo “zero”, in quell’istante iniziale, cioè, da cui cominciare a costruire un nuovo presupposto sociale ed economico, culturale e filosofico, etico.


Ma quel momento “zero”, per Reggio, è un numero con un grande segno meno davanti: la ridotta resilienza di una Città mal governata, senza direzione né programmazione, offre un “organismo” assai debole agli “attacchi” del virus di oggi, e del vuoto di domani.

Non si dimenticheranno facilmente le irrispettose pagliacciate mediatiche di questi giorni.


Si facciano meno “sceneggiate televisive”, dunque, che la situazione è seria. Molto seria!


Giuseppe Bombino

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