REGGIO CALABRIA. INAUGURATA LA SEGRETERIA POLITICA DI GIOVANNI MURACA
Muraca rompe gli indugi: “Serve uno shock per la Calabria”. Ad ascoltarlo è arrivata una fiumana di gente da ogni dove.
L'Editoriale di Luigi Palamara
A Reggio Calabria, il 14 settembre, oltre duecento persone si sono strette attorno a Giovanni Muraca per l’inaugurazione della sua segreteria politica. Non una folla oceanica, certo, ma in una regione dove la politica è più spesso un’abitudine stanca che un atto di fede, duecento presenze diventano un segnale. Un piccolo fiume che, se trova sbocco, può diventare corrente.
Il discorso inaugurale non è stato una passerella. È stato, piuttosto, un richiamo all’essenza della politica: confronto, partecipazione, comunità. Niente effetti speciali. “Scegliere Giovanni Muraca non è difficile – è stato detto – significa scegliere una persona seria, onesta, perbene.” Una descrizione quasi banale, se non fosse che in Calabria, come altrove, l’onestà è diventata la qualità più rara da trovare in un amministratore.
Muraca non è uomo di slogan. È pragmatico, asciutto, poco incline a vendere illusioni. E proprio per questo, paradossalmente, funziona. In un’epoca di “fenomeni” da talk show, la normalità diventa un’arma politica. Lo si è visto anche nella sottolineatura della compattezza del PD: il segretario provinciale Panetta, quello regionale Irto, e persino l’assenza giustificata di Valeria Bonforte hanno dato l’immagine di un partito che, almeno per ora, cammina insieme. Un piccolo miracolo, visto che la storia recente del centrosinistra calabrese è un cimitero di divisioni.
E proprio qui sta la novità di questa inaugurazione: non un monologo, ma una sequenza di voci che si sono intrecciate, complementari l’una all’altra. Filippo Quartuccio ha insistito sul ruolo del territorio e sulla necessità di riportare la politica tra la gente, con un appello alla responsabilità individuale e collettiva. Nicola Irto, da segretario regionale, ha voluto dare la cornice politica più ampia, ricordando che senza unità il centrosinistra è destinato alla marginalità: 2020, 2021, 2022, tre sconfitte consecutive che gridano vendetta. Peppe Panetta ha insistito sulla solidità del partito provinciale, sottolineando la costruzione di liste credibili e radicate, perché senza basi solide non si vince nemmeno con i candidati migliori.
Tre voci, tre registri diversi, che hanno preparato la scena per la chiusura di Giovanni Muraca. Un intervento breve, sobrio, ma denso. Nessuna parola superflua, nessuna retorica. Una sola idea forte, ripetuta come un pugno sul tavolo: serve uno shock. Perché la Calabria non si cambia con le carezze, ma con la scossa. Perché la sanità che crolla, la migrazione sanitaria che cresce, i reparti che chiudono e i medici costretti a lavorare altrove non si risolvono con i buoni propositi. Ci vuole il coraggio di interrompere un circo che dura da sei anni, resettare tutto e ripartire.
Il vero punto dolente, infatti, resta fuori dalla sala. Nel 2021 ha votato solo il 40% dei calabresi. Sei su dieci hanno preferito restare a casa. Questo, più che i nomi in lista, è il dramma: un popolo che non crede più nemmeno nella possibilità del cambiamento. La vera sfida non è convincere chi è già in sala ad applaudire Muraca: è smuovere gli assenti, quelli che ormai hanno voltato le spalle alla politica.
E allora sì, lo “shock” evocato da Muraca non è solo una formula. È la parola chiave che separa l’ennesima campagna elettorale dal tentativo di risvegliare una coscienza civile addormentata. Gli applausi, si sa, scaldano la sera ma si spengono al mattino. Toccherà a lui, e alla squadra che ha scelto di seguirlo, trasformare l’entusiasmo di oggi in un progetto vero, capace di resistere al cinismo e all’abitudine.
Il 6 ottobre sarà il banco di prova. Solo allora si vedrà se questa partenza sarà stata scintilla o fuoco fatuo. Nella via Marina alta di Reggio Calabria 200 persone ci credono e faranno di tutto per mandare a casa Occhiuto e fare eleggere Giovanni Muraca.
Luigi Palamara
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Reggio Calabria 14 settembre 2025
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