di Marzio Breda
«Non siamo qui per ridurre gli spread. Non è la funzione della Bce. Ci sono altri strumenti e altri attori per gestire queste questioni». Vanno ben oltre una semplice gaffe, le frasi con cui ieri la presidente della Bce, Christine Lagarde, ha pensato di scrollarsi di dosso il «caso italiano». Quella sortita ci è infatti costata il più grande tonfo di Borsa di sempre, oltre a un balzo record dello spread. Performance giudicate «devastanti» dal Quirinale. Dove un preoccupatissimo Sergio Mattarella si è sentito in dovere di far diffondere in serata una dichiarazione dura ed esplicita.
LA CRISI ECONOMICA
Bce, Lagarde e la «gaffe» che fa esplodere lo spread
di Federico Fubini
«L’Italia sta attraversando una condizione difficile e la sua esperienza di contrasto alla diffusione del Coronavirus sarà probabilmente utile per tutti i Paesi dell’Unione Europea. Si attende quindi, a buon diritto, quantomeno nel comune interesse, iniziative di solidarietà e non mosse che possano ostacolarne l’azione». Insomma, Lagarde ha fatto il contrario del «whatever it takes» con cui Mario Draghi nel luglio 2012 lanciò una intimazione a difesa della moneta unica contro le speculazioni finanziarie: «La Bce è pronta a fare tutto il necessario a preservare l’euro.
E credetemi sarà abbastanza». Poiché stavolta il bersaglio principale degli attacchi è l’Italia, il presidente dava per scontata una generale e istantanea sollevazione del mondo politico. Com’è avvenuto. Per cui si è premurato di non dare una chiave antieuropeista alle sue parole, avvertendo che dichiarazioni di quel tipo non sono accettabili da parte delle istituzioni europee quando un Paese patisce uno stato di sofferenza come il nostro ora.
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