Entro la prima decade di giugno, ha annunciato il viceministro della salute Pierpaolo Sileri. Intanto il ministero dell'Innovazione ha pubblicato sulla piattaforma GitHub i documenti sul funzionamento del software scelto dal governo per tracciare la diffusione del virus. Il sindaco di Milano: servono i tracciatori, altrimenti l'app da sola non è utile
25 Maggio, 2020
ROMA - Si stringono i tempi per il rilascio dell'app Immuni, il software di contact tracing scelto dal governo italiano per tracciare i contagi da coronavirus in Italia. "Immuni arriva in 10-15 giorni. Immagino che per la prima decade di giugno. E' un tracing importantissimo che quando sarà attivo darà importanti diffusioni su tracciamento e diffusione della malattia", ha spiegato il viceministro della salute Pierpaolo Sileri, intervista a Radio 24.
Rilasciato il codice sorgente
Intanto il ministero dell'Innovazione ha pubblicato i codici sorgente, ovvero l'ultima parte non ancora resa pubblica di questo software. Nella notte su Github, la piattaforma dove gli sviluppatori da ogni parte del mondo possono confrontarsi su progetti specifici, sono stati caricati i documenti sul funzionamento del software dell'app. Lo scorso 16 maggio uno dei fondatori di Bending Spoons, Luca Ferrari, sempre su Github aveva pubblicato una serie di specifiche tecniche sul funzionamento dell'app, dove si descriveva il funzionamento. Il 20 maggio invece Google e Apple hanno rilasciato l'aggiornamento del loro software per facilitare la comunicazione tra dispositivi Android e iOS tramite Bluetooth, dando di fatto il via libera allo sviluppo delle applicazioni nazionali autorizzate dai sistemi sanitari di ogni Paese.
Immuni, si conferma in questa nuova serie di documenti pubblicati, seguirà il modello decentralizzato di Google e Apple, il che vuol dire che i dati raccolti saranno conservati sui singoli device e non su un server centrale; non traccerà gli spostamenti, ma solo alcuni i contatti tra smartphone; non sarà obbligatorio scaricarla, né usarla; i dati raccolti potranno essere condivisi solo previa autorizzazione del possessore dello smartphone; tutti i dati raccolti e condivisi con il server centrale (gestito da Sogei), dovranno essere cancellati entro dicembre 2020.
Soro: la norma sull'app Immuni risponde alle richieste del Garante
"In queste ore sta per arrivare al Garante per la privacy la documentazione relativa alla valutazione di impatto sulla privacy sulla quale dovremo esprimerci", ha spiegato il Garante per la Privacy, Antonello Soro, parlando della App Immuni, nel corso di un'audizione nella Commissione parlamentare per la semplificazione. "Allo stato la norma trasmessa dal governo al Parlamento risponde alle richieste che avevamo fatto - ha sottolineato Soro -, in merito alla scelta volontaria. Non è prevista, inoltre, la geolocalizzazione, che è un altro elemento che avevamo sconsigliato anche perché meno efficace. Una serie di interlocuzioni avvenute in queste settimane dovrebbero essere servite a rimuovere i dubbi e dovrebbero consentirci di consigliare agli italiani di scaricare l'app. Lo decideremo comunque nei prossimi giorni".
Sala: "L'app da sola non serve, necessari i tracciatori"
E' intervenuto sull'app Immuni anche il il sindaco di Milano Giuseppe Sala: "Possibile che ora si parli solo di questo termine bruttissimo che è movida e non si parli più della app, che poi da sola non serve a niente. Servono i tracciatori, cioè migliaia di persone che prendono ciò che la app segnala, la decifrano e da ciò permettono di intervenire. All'estero ne stanno assumendo a migliaia, da noi non se ne parla. Come si parla ancora poco di test e tamponi. E io insisterò fino alla noia. Quindi ragioniamo. Non possiamo continuare a seguire dei flussi di dibattito che durano qualche giorno e perdiamo di vista gli strumenti fondamentali affinché si possa uscire da questa pandemia", ha concluso.
Fonte: Repubbluca.it
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