L'elogio alla follia. A cura dell'Arciere.
La parodia alla politica reggina suicida.
Il comunicato stampa si apre con un elogio da parte di Erasma da Reghion, che parla in prima persona di se stessa. Ella prende poi le distanze dai "mortali" elettori, lasciando quindi intendere la sua natura divina.
Si proclama figlia di questa Città Reghion, dio della ricchezza e della giovinezza, e dice inoltre di essere stata allevata dall'Ignoranza e dall'Ubriachezza. I suoi più fedeli compagni sono MSI (Vanità), Scecco e Deridio (Adulazione), Identità Reggina (Dimenticanza), Misoponia (Accidia), Hedonè (Piacere), Anoia (Demenza), Tryphe (Licenziosità), Komos (Intemperanza) ed Eegretos Hypnos (sonno mortale) e In Marcia (maratona senza concorrenti).
L'Erasma descrive sé stessa come portatrice di allegria e spensieratezza e giustifica l'autoelogio con la sua natura schietta, che si rivela anche nel linguaggio diretto.
Nell'ultima parte il testo si concentra sulla realizzazione di un esame critico degli abusi di alcuni politici e di alcune pratiche illecite (alla quale peraltro è stata autentica interprete, vedi abuso d'ufficio). La posizione critica si estende però solo ai politici in atto ancora in carica - senza tuttavia risparmiare nessuno.
L'Erasma conclude quindi il suo elogio dicendosi "dimentica di quello che ha appena detto" ed invitando gli ascoltatori stessi a scordare l'orazione, spronandoli piuttosto ad applaudire, vivere, bere e ballare la tarantella numerosi a Piazza Duomo.
Un altro spazio si è aperto nella sua mente, non in quella degli altri che continuano il percorso come se nulla fosse.
L'auto elogio e il suicidio politico così si è consumato.
Il tempo della rivincita tornerà, il terzo è l'ago della bilancia. Ruoli e incarichi sono dietro la porta. Non aprite quella porta.
Luigi Palamara.
0 Commenti