Nell'arena politica spesso emergono contraddizioni e incoerenze che non possono passare inosservate. Giacomo Saccomanno, Commissario della Lega Nord in Calabria, è diventato un esempio lampante di questa doppia morale che affligge la classe politica.
Da un lato, Saccomanno si erge a paladino della moralità e della legalità, condannando il Sindaco Caruso per aver accettato individui con collegamenti alla criminalità organizzata nella sua amministrazione. Tuttavia, dall'altro lato, sembra dimenticare di contestare la Famiglia Occhiuto, una famiglia politicamente influente in Calabria.
Il Presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, ha un fratello di nome Mario, addirittura Senatore della Repubblica, che è stato condannato in primo grado per bancarotta fraudolenta. Anche la sorella Annunziata ha avuto problemi giudiziari e una condanna.
Queste contraddizioni sollevano una domanda fondamentale: siamo tutti uguali davanti alla legge o gli individui politici strumentalizzano le situazioni a loro vantaggio? Prima di dare lezioni di moralità agli altri, coloro che occupano ruoli pubblici elettivi dovrebbero guardare dentro le proprie case e rendere conto dei loro stessi standard.
L'uscita di Saccomanno, espressa attraverso un comunicato stampa, sembra priva di coerenza e significato, apparentemente finalizzata solo a riempire gli spazi mediatici di alcune testate giornalistiche. Questo solleva dubbi sulla reale intenzione di Saccomanno nel fornire tali dichiarazioni, che sembrano mancare di un'analisi ponderata e di una vera volontà di contribuire al dibattito pubblico.
In conclusione, il vero giornalismo dovrebbe essere un filtro critico e analitico, non semplicemente un registratore o un amplificatore di dichiarazioni politiche. La doppia morale e le contraddizioni nella politica devono essere esposte e analizzate in modo obiettivo, affinché il pubblico possa fare valutazioni informate sui propri rappresentanti e sul sistema politico nel suo complesso.
Luigi Palamara
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