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Il sedicente critico d'arte e curatore a Reggio Calabria e oltre ....


Ah, il critico. Colui che, prima ancora di varcare la soglia del museo, già si chiede se esista una porta degna di essere aperta… possibilmente da lui solo, ché la chiave ce l’ha incorporata nel DNA. D’altra parte, chi se non lui può guidarci nel passaggio supremo dal verum al certum, come un Virgilio dell’ermeneutica che ha fatto voto perpetuo di lettura preiconografica prima ancora del caffè?

Mentre noi mortali fissiamo un quadro chiedendoci se sia appeso dritto, lui sente la vibrazione della tela, il respiro del pigmento, il trauma adolescenziale dell’artista e persino l’umore del cavalletto. Ma con discrezione, con quell’elegante solennità di chi ha visto il Louvre più volte della madre.

D’altronde, si sa: per riconoscere l’arte bisogna essere arte. E lui, in fondo, lo è. Anche se nessuno l’ha ancora appeso a una parete.

Ma ci faccia il piacere.
Via dalle scatole.

Luigi Palamara 

Dedicato a quelle persone che si sentono di essere chissà cosa e sono il niente mischiato col nulla.

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