Per non dimenticare il luogo dove ha vissuto Santa Maria Goretti.
Paliano – Un colle che parla ancora. Non solo di storia, ma anche di fede. È Colle Gianturco, alla periferia sud di Paliano, non lontano da La Selva, immerso in un paesaggio che conserva il silenzio delle preghiere e il peso di un passato che chiede di essere ricordato. Qui, tra il casale, il fienile e la piccola chiesetta, visse per due anni e mezzo la “Santa della purezza”, Maria Goretti, prima di trasferirsi con la famiglia alle Ferriere di Nettuno dove, nel 1902, trovò la morte martirizzata.
Domani si celebra la memoria liturgica della giovane Santa. E in questi giorni, più che mai, il casale semidiroccato di Colle Gianturco torna al centro della riflessione e della devozione popolare. Si parla di un museo. Di un luogo dove la memoria possa non solo essere conservata, ma vissuta. Per completare quella che, in un disegno quasi provvidenziale, è la triade gorettiana: Corinaldo (dove nacque), Paliano (dove visse), Le Ferriere di Nettuno (dove morì).
Non è solo questione di religione. È identità. È il bisogno di ricucire, con rispetto e visione, un filo che unisce territorio, spiritualità e comunità. Ogni tanto, tra queste pietre antiche, si celebra ancora una Messa. Si tengono ritiri. Ma tutto resta sospeso, in attesa che le intenzioni diventino progetto, e i progetti realtà.
Fu qui che la piccola Marietta, alla fine dell’800, conobbe per la prima volta Alessandro Serenelli, figlio dei braccianti con cui i Goretti avevano avviato una società agricola. La tragedia sarebbe arrivata solo qualche anno più tardi. Ma il seme della fede era già piantato.
E allora, perché non restituire a Colle Gianturco il suo giusto posto nella storia? Perché non farne finalmente luogo di pellegrinaggio, di riflessione, di pace? La risposta non è solo negli atti amministrativi. È nel cuore di chi crede che la memoria non debba essere lasciata in rovina.
Colle Gianturco non chiede altro. Solo di essere ricordato.
Luigi Palamara
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