Reggio Calabria è di nuovo sotto i riflettori, ma non per un miracolo amministrativo, bensì per l’ennesima puntata della soap opera “Falcomatà e i Dieci Piccoli Ex-Amici”. L'articolo che ci ha ispirato è un capolavoro di preveggenza stile Nostradamus con la febbre, condito da fonti “certissime” e congiunzioni astrali degne di una puntata di Voyager.
Previsione numero 1: “Falcomatà ha rotto con tutti”
Pare che il sindaco, oltre a non sapere gestire la città, non sappia nemmeno gestire un gruppo WhatsApp. Ex vicesindaci, ex assessori, ex fedelissimi: tutti evaporati, risucchiati dal vortice della destra che, a quanto pare, ormai è diventata una sorta di Arca di Noè politica. Piove? C'è crisi? Vieni da noi, c’è posto!
Previsione numero 2: “Stanno per passare a destra... forse”
Il condizionale è d'obbligo, ma anche superfluo, tanto le "trattative quasi ultimate" sembrano quelle di un calciomercato condotto via segnali di fumo. Carmelo Versace? Forse. Zimbalatti? Probabile. Cuzzocrea? Chissà. Novarro? Ma sì, mettiamola nel mucchio. Se questa è informazione, allora anche il tizio al bar che legge i fondi del caffè può candidarsi a fare il direttore editoriale.
Previsione numero 3: “Si voterà tra 8-9 mesi”
Occhio: non c’è crisi se non si conclude con una profezia da calendario Maya. Elezioni anticipate? Forse. O forse no. Ma intanto lo scriviamo, così se succede possiamo dire “ve l’avevamo detto”. E se non succede, pazienza: lo riscriviamo tra sei mesi, con altri quattro nomi nuovi pronti a passare a destra. Riciclo editoriale, zero emissioni di credibilità.
Il trono di cartapesta
In tutto questo, la città? Ah già, esiste anche quella. Ma nella grande narrazione epica dei "tradimenti" e degli “abbandoni”, passa in secondo piano. Perché in fondo quello che conta non è la coerenza, l’analisi o l’interesse pubblico. No, ciò che conta è l'effetto scenico, l’hype da click, l’apocalisse annunciata. Che poi non arriva mai.
E mentre l’armata Brancaleone della politica reggina si sposta da sinistra a destra come in un musical senza prove, l’oracolo continua a profetizzare. Sempre con grande sicurezza. Sempre senza azzeccarne mezza. Ma almeno ci si diverte. Forse.
Luigi Palamara
La satira
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