Reggio Calabria, 22 gennaio 2020 - I Finanzieri della Compagnia di Palmi, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di P...
Nel corso delle investigazioni, eseguite mediante l’ausilio di attività tecnica di intercettazione, riprese video, mirati servizi di osservazione, pedinamento e controllo e riscontri documentali, è stato rilevato che gli indagati, approfittando, tra l’altro, della mancanza di controllo da parte dei rispettivi Dirigenti, dopo aver timbrato il badge o firmato il foglio di presenza, pur essendo preposti a rendere servizi essenziali per la collettività, anziché dedicarsi alle mansioni demandate, si allontanavano dal luogo di lavoro in maniera sistematica e consuetudinaria, per dedicarsi ad attività private e ludiche di ogni genere, ovvero giocare alle slot-machine, girovagare per le vie cittadine e sostare all’interno dei diversi esercizi commerciali per leggere i quotidiani, recarsi al supermercato per fare la spesa. In taluni casi gli indagati si assentavano inoltre per prendere parte ad eventi religiosi e funerari. Oltre all’assenza ingiustificata e reiterata nel tempo dal posto di lavoro, è stata rilevata anche l’inoperosità quotidiana di buona parte dei dipendenti che, in svariate occasioni, dopo aver timbrato, stazionavano per ore nell’atrio esterno del citato plesso dell’ASP.
L’attività d’indagine ha permesso inoltre di riscontrare che gli indagati, non solo non effettuavano le ore di servizio previste, ma addirittura attestavano falsamente l’effettuazione di straordinario, fino ad oltre 30 ore mensili. E’ il caso ad esempio di un indagato che, in orario pomeridiano, era solito giungere in tuta ginnica presso la struttura ASP, ove consegnava il proprio badge ad un collega compiacente che timbrava in sua vece, per poi dedicarsi ad attività sportiva.
Un ulteriore caso emerso nel corso delle indagini ha riguardato un indagato che durante la stagione estiva riusciva a farsi certificare, con la compiacenza del medico di base, una condizione di malattia, assentandosi in tal modo dal lavoro ufficialmente per motivi di salute, quando, in realtà, si trovava presso un lido balneare di una nota località ionica del basso reggino a godersi una giornata di relax.
Le condotte illecite sono risultate peraltro agevolate da modalità di gestione e certificazione della presenza quotidiana a lavoro presso detta struttura, del tutto inadeguate e connotate da allarmante superficialità.
Difatti, dalla disamina della copiosa documentazione acquisita presso gli Uffici preposti alla liquidazione degli stipendi dei dipendenti nonché dalle dichiarazioni rese in atti dai Responsabili degli uffici in questione, venivano riscontrate gravi inefficienze organizzative e gestionali rispetto alle modalità di controllo e rendicontazione delle presenze del personale impiegato presso la struttura ASP in questione, tali da consentire la possibilità, di adottare all’interno dei singoli Uffici, in maniera arbitraria, variegate modalità di rendicontazione, in alcun modo rispondenti alle Disposizioni previste. In proposito è emerso che in una delle Articolazioni della struttura, non era adottato addirittura alcun sistema di rendicontazione e controllo delle presenze lavorative dei dipendenti.
Le odierne misure cautelari hanno riguardato ben 13 dipendenti della citata struttura dell’ASP.
Nel corso dell’operazione sono state altresì notificate n. 38 informazioni di garanzia, che hanno riguardato i destinatari del suddetto provvedimento, nonché ulteriori 25 indagati.
Il servizio concluso testimonia il costante impegno dell’Autorità Giudiziaria e della Guardia di Finanza, nel contrasto al fenomeno dell’assenteismo e alle condotte che, incidendo negativamente sul buon andamento della Pubblica Amministrazione, si pongono in contrasto con i valori, normativi ed etici, naturalmente insiti nel lavoro prestato alle dipendenze della Pubblica Amministrazione, che assumono particolare rilevanza, anche in considerazione del detrimento che tali attività illecite recano al rispetto e al prestigio dell’Amministrazione medesima.