Da Gennaio a Novembre 997 morti bianche in Italia.

2019: UN ALTRO TRAGICO ANNO DI MORTI SUL LAVORO. QUASI 1000 VITTIME DA GENNAIO A NOVEMBRE E MANCA ANCORA UN MESE AL BILANCIO DI FINE ANNO. C...

2019: UN ALTRO TRAGICO ANNO DI MORTI SUL LAVORO.

QUASI 1000 VITTIME DA GENNAIO A NOVEMBRE E MANCA ANCORA UN MESE

AL BILANCIO DI FINE ANNO.

CRESCE IL NUMERO DI INFORTUNI IN OCCASIONE DI LAVORO (+1%), MENTRE DIMINUISCE QUELLO DEGLI INFORTUNI IN ITINERE (-17%).

LOMBARDIA, EMILIA ROMAGNA, LAZIO, VENETO, PIEMONTE, CAMPANIA E SICILIA

ANCORA LE REGIONI CHE CONTANO PIU’ VITTIME.

È STRAGE TRA I CINQUANTENNI (339 SU 997).

IL MAGGIOR NUMERO DI VITTIME IN OCCASIONE DI LAVORO VIENE REGISTRATO IN LOMBARDIA (110). SEGUONO: LAZIO (69), PIEMONTE (66), EMILIA ROMAGNA (65), CAMPANIA (59), SICILIA (53) E VENETO (52).

LA PROVINCIA IN CUI SI CONTA IL MAGGIOR NUMERO DI INFORTUNI MORTALI IN OCCASIONE DI LAVORO È ROMA (47 DECESSI), SEGUITA DA: BRESCIA (26), MILANO (25), NAPOLI (24), TORINO (23), FOGGIA (17), FIRENZE (16), BOLOGNA, BOLZANO E CUNEO (15).



“Sono 997 le vittime sul lavoro del 2019. Questo il luttuoso bilancio da gennaio a novembre. Una strage che, purtroppo, rimane ancora silenziosa, nonostante la cronaca tratti quotidianamente gli infortuni mortali che si verificano nei luoghi di lavoro da Nord a Sud del Paese. Eppure stiamo parlando di un grave, gravissimo eccidio, di quasi 1000 morti sul lavoro. Incredibile trovarsi alla conclusione di ogni anno a parlare di tanti, troppi, infortuni mortali”.

 

Mauro Rossato, Presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering di Mestre, sottolinea così l’emergenza rilevata dal proprio team di esperti nell’ultima indagine sulle morti bianche in Italia.

 

E mentre gli infortuni in itinere sono in diminuzione rispetto al 2018 (-17%) - a testimonianza di una maggiore sensibilità sul fronte della sicurezza stradale - a rimanere pressoché stabili (anzi con un lieve incremento dell’1%), sono invece gli infortuni mortali che si verificano sul luogo di lavoro. “Un dato questo - sottolinea Ing. Rossato - che evidenzia una palese carenza nel rispetto della disciplina relativa alla sicurezza sul lavoro”.

A confermarlo, come sempre del resto, ci sono i numeri dei primi undici mesi dell’anno: sono infatti 726 le vittime rilevate in occasione di lavoro (erano 720 nel 2018).

 

La regione in cui si muore di più in Italia è la Lombardia con 154 decessi totali, seguita da: Emilia Romagna (96), Lazio (91), Veneto (87), Piemonte (86), Campania (77), Sicilia (76), Toscana (65), Puglia (59), Marche (31), Trentino Alto Adige (29), Abruzzo e Calabria (26), Liguria (20), Sardegna (18), Friuli Venezia Giulia (16), Umbria (15), Basilicata (14), Molise (10), Valle D’Aosta (1).

 

Le donne che hanno perso la vita nel 2019 sono 85 (44 in occasione di lavoro). Gli stranieri deceduti da gennaio ad ottobre 2019 sono 184 (129 dei quali in occasione di lavoro).

 

Il maggior numero di infortuni mortali verificatisi esclusivamente in occasione di lavoro in Italia viene registrato in Lombardia (110). Seguono: Lazio (69), Piemonte (66), Emilia Romagna (65), Campania (59), Sicilia (53), Veneto (52), Puglia (46), Toscana (44), Trentino Alto Adige (25), Marche (23), Abruzzo (20), Calabria (19), Liguria (15), Basilicata e Sardegna (14), Friuli Venezia Giulia (13), Umbria e Molise (9), Valle D’Aosta (1).

 

La provincia in cui si conta il maggior numero di infortuni mortali in occasione di lavoro è Roma (47 decessi), seguita da: Brescia (26), Milano (25), Napoli (24), Torino (23), Foggia (17), Firenze (16), Bologna, Bolzano e Cuneo (15).

 

A mietere più vittime in occasione di lavoro sono: il settore delle Attività Manifatturiere (107) e quello delle Costruzioni (con 103 decessi). Seguono: Trasporto e Magazzinaggio (77) e Commercio, Riparazione di Autoveicoli e Motocicli con 43 casi. 

 

La fascia d’età più colpita dagli infortuni mortali sul lavoro totali è tra i 50 e i 59 anni (339 su 997).

Il rischio di mortalità più elevato rispetto alla popolazione lavorativa, invece, viene registrato in Molise con un indice di 85,8, vale a dire quasi tre volte l’indice medio nazionale (31,5).

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