Crearsi spazio non vuol dire riempire il vuoto. E ben lo sa chi cerca di affermare i propri sogni. Non bisogna certo essere dei soci...
Crearsi spazio non vuol dire riempire il vuoto. E ben lo sa chi cerca di affermare i propri sogni. Non bisogna certo essere dei sociologi per affermare che la società così come è impostata non funziona. E' destinata a implodere.
Sempre più "Ognuno per sè e tutti per nessuno". E' il moderno-medioevo. Trascinarsi dietro il fardello della sconfitta non piace a nessuno. non è mai piaciuto. Figurarsi poi se lo stesso fardello è vuoto, senza nulla. Arrivi a fare i conti con te stesso sdraiato su un letto sempre più grande e scomodo.
I furbi continuano a divorare quel poco di buono lasciato dai nostri padri, dalle nostre madri. Loro hanno conosciuto la guerra, la fame, la carestia. Il dolore. Noi invece viviamo trascinando le nostre giornate verso un continuo disagio. Verso la PAURA.
Paura di non farcela. Paura di vivere. Paura di essere onesti. Paura degli altri. Paura di noi stessi.
I potenti si sentono mazzettari-onnipotenti. La giustizia (sociale) è solo un modo di dire. Pochi giorni e sei fuori. Pronto a vivere di quel potere che logora chi ce l'ha.
Il MOSE, Expo 2015, sono solo la punta dell'iceberg. Dove vi sono i soldi vi è corruzione. Abbiamo scoperto l'acqua calda. Eppure c'è chi in barba a tutto e a tutti continua con arroganza e "onnipotenza" a fare i propri comodi. Soldi facili. Una montagna di denaro (degli altri) a disposizione. Basta prenderli.
Dopo chi si rrobbaru a Santa Chiara nci miseru la porta di ferru.
L'Italia è questa. Tanti i soldi per i potenti di turno. Tanto potere sulle spalle di chi ogni giorno si suda il pane. Alla faccia di chi ha vissuto una vita di stenti pur di assicurare ai propri figli un futuro migliore. Quel futuro rappresenta un presente oramai passato.
Poi le agenzie stampa, un compendio di vuoto e falsità. Tutti preoccupati per la loro posizione di potere. Nessuno che si preoccupi dei problemi che quotidianamente assillano la gente comune, il popolo. Politici, burocrati, banche, solo l'interesse economico al primo ed unico posto.
Poi ci buttano in pasto il mostro di turno solo per distrarci qualche giorno. Per farci puntare il dito. Ed ecco che ci sentiamo appagati. E' lui il mostro. Noi siamo meglio. Meglio di che? Bella domanda.
In questa italietta non c'è più posto per chi cerca davvero di migliorarsi, per chi cerca di costruire intorno un mondo migliore, più vero.
Siamo tutti uguali, solo sulla carta. Il cuore batte in ognuno di noi è lui la nostra vera guida. Eppure non lo ascoltiamo più.
La mente offusca la nostra strada. Non riusciamo a ritrovarci in un sistema sempre più oppressivo. Burocrazia, controlli, verifiche. Creatività annullata. Una deriva dolorosa e inarrestabile. Tutto si stringe intorno, la stretta è mortale. Ecco allora il cuore, la passione, il sentimento ci rendono uguali. Guardati intorno e troverai tanti battiti uguali al tuo. L'importante è sapere ascoltare. Attendere. Scegliere.
Chi pensa di farsi spazio allontanando gli altri non sa che è solo tenendoli vicino che lo spazio conquistato aumenta. Ed allora tutto è possibile. E il nostro cuore batte forte, all'impazzata. E' vita. Quella vera. Più GIUSTA.
Luigi Palamara, 18 giugno 2014