Pietre Preziose: Tesori di un Tempo Passato
Il 16 agosto, una data di grande importanza nella vita di ogni abitante di Roccaforte. È il giorno dedicato alla festa di Santu Roccu, un evento atteso con fervore fin dall'infanzia. Ricordo ancora con piacere quell'attesa, quando l'emozione si faceva carico di meraviglia.
I petardi che esplodevano all'alba, il frastuono dei passi, la voce allegra delle persone. La presenza amorevole di mia madre e mio padre. Ero un bambino sognatore, con il cuore gonfio di gioia. Quell'emozione è rimasta impressa nella mia memoria, un ricordo che forse non rivivrò mai più.
I primi giocattoli, il vestito nuovo, le scarpe scintillanti. E poi il primo amore, gli sguardi carichi di significato. Sembrava che il mondo intero fosse lì con noi. Null'altro contava, tutto semplicemente era. Quella giornata era un susseguirsi di intense emozioni, in cui l'intero mondo giocava e sorrideva tra le montagne di Roccaforte del Greco.
La banda musicale, la processione, le passeggiate con gli amici di sempre: Melino, Ciccio, Desiano, Peppe. Il pranzo con i deliziosi maccheroni e la carne di capra. Il profumo inebriante del formaggio immerso nel sugo. Il primo sorso di vino. Il sorriso di mia madre, lo sguardo di mio padre. Tutto sembrava perfetto.
Ma oggi, le cose non sono più le stesse. Vorrei che quel giorno non arrivasse mai, vorrei cancellarlo, vorrei che non esistesse affatto. Mia madre e mio padre non sono più qui. Il paese sembra avvolto da una tristezza malinconica. Il mio cuore piange ei miei sogni sembrano svaniti nel nulla.
Il vento della realtà soffia forte per le strade del paese, spazzando via i ricordi. Il gioco è finito. Anche San Rocco non è più come una volta.
Le parole, a volte, possono essere come pietre. Ti colpiscono in pieno volto, lasciando il segno. Il dolore diventa insopportabile e solo il pianto sembra attenuarlo. Le pietre che un tempo luccicavavano lungo il sentiero che porta a Giuverti, ora hanno perso il loro splendore. Esse riempivano le mie tasche, la mia mente e il mio cuore. Le pietre che animavano i sogni di un bambino dagli occhi tristi. Oggi le cerco ansiosamente, come chi non è più sicuro di trovarle. Poi corro, affannato, la vista offuscata. E vedo un bagliore, sono proprio loro, sono ancora lì, le pietre dei miei sogni da bambino. Mi aspettano, vieni sempre. Ed io, "grande" ormai, le raccolgo con la certezza di tornare bambino.
Luigi Palamara
Abstract dl libro Il Castello dei Sogni Incantati
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