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L'informazione in Italia: tra sensazionalismo e deontologia giornalistica


L'informazione in Italia è spesso criticata per la sua scarsa qualità e per la tendenza al sensazionalismo. I salti in avanti per dare la notizia in anteprima non servono al lettore, ai cittadini e fanno male all'informazione stessa. Questa pratica, che sembra voler rincorrere il primato dello scoop a tutti i costi, finisce per generare più confusione che altro.

Non è un mistero che nel nostro paese, l'informazione sia spesso considerata spazzatura. Il Consiglio Nazionale Regionale dell'Ordine dei Giornalisti interviene solo quando gli pare e piace, lasciando che certe cattive abitudini si perpetuino senza controllo. Questo atteggiamento selettivo contribuisce a una percezione di mancanza di serietà e rigore da parte delle istituzioni che dovrebbero vigilare sulla qualità del giornalismo.

Un esempio emblematico di questa situazione è l'annuncio dell'arrivo della Commissione d'Accesso a Reggio Calabria. Notizie del genere, basate su indiscrezioni e previsioni, alimentano solo incertezze. Gli indovini e gli oracoli hanno sussurrato alle orecchie di chi altro non voleva sentire, creando un clima di aspettativa che potrebbe rivelarsi del tutto infondato. Perché queste forzature? Perché alimentare voci senza alcuna certezza?

Questo approccio danneggia non solo la reputazione dei giornalisti, ma anche la fiducia dei cittadini nell'informazione. La vera notizia deve essere basata su fatti concreti e verificati, non su previsioni o indiscrezioni non confermate. Personalmente, mi dissocio da questa forma di fare informazione e chiedo chiarimenti a chi deve controllare la deontologia. Anche perché, a me personalmente, hanno creato problemi per niente.

Dove sono questi soloni che dovrebbero vigilare? Sembra che si accaniscano solo contro chi è libero e non schierato, ritenendo questi giornalisti più deboli e quindi facili da colpire. Non è così che dovrebbe funzionare. Chi è ai vertici dei Consigli Regionali e del Consiglio Nazionale deve guadagnarsi lo stipendio e dimostrare imparzialità, intervenendo ogni volta che si verificano violazioni della deontologia, senza fare distinzioni di comodo.

L'annuncio della Commissione d'accesso a Reggio Calabria è solo l'ennesimo esempio di come le previsioni e le indiscrezioni possano essere dannose. Lasciamo perdere queste previsioni e concentriamoci sui fatti. Solo così possiamo sperare di ricostruire una informazione di qualità in Italia, che sia realmente al servizio dei cittadini e della verità.

Reggio Calabria 17 giugno 2024 ore 12.42

Luigi Palamara 

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