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La morte che spezza due cuori: il dolore che ha ucciso Martina di Luigi Palamara

La morte che spezza due cuori: il dolore che ha ucciso Martina

di Luigi Palamara 
Ci sono notizie che inchiodano il lettore al silenzio. Non per la sorpresa, ma per la vertigine del dolore che portano con sé. La tragedia che ha colpito Martina Piserà, 32 anni, incinta al settimo mese, è una di quelle. Una giovane donna entra in ospedale con dolori forti e un presentimento terribile: non sente più il bambino muoversi. Le viene confermata la morte del feto. Poco dopo, muore anche lei, stroncata da un arresto cardiaco. Una doppia morte, inspiegabile e crudele, consumata in poche ore in un ospedale calabrese.

È difficile, di fronte a fatti simili, non cedere all’emozione. È comprensibile che l’opinione pubblica chieda risposte, indagini, giustizia. E la giustizia farà il suo corso: la magistratura ha aperto un’inchiesta, l’Azienda sanitaria ha avviato verifiche interne. Si acquisiranno cartelle cliniche, si eseguiranno autopsie. È giusto che si accerti se vi siano state negligenze o errori, se il tragico epilogo poteva essere evitato. Ma questo, oggi, non basta.

Ciò che resta, oggi, è il dolore. Quello della famiglia, degli amici, dei sanitari stessi che hanno assistito impotenti al precipitare della situazione. È il dolore profondo di una comunità che perde, in un istante, una giovane donna e la vita che portava in grembo. È il dolore che fa male anche a chi non conosceva Martina, perché tocca qualcosa di universale, qualcosa che riguarda il nostro modo di essere umani, vulnerabili, legati.

Martina non è solo una vittima. È un simbolo di una fragilità sistemica, di un rapporto tra persone e sanità che, troppe volte, si fonda sulla speranza che tutto vada bene, più che sulla certezza che ogni donna sia seguita con la massima attenzione. È anche il segnale che, di fronte alla vita e alla morte, non esiste “routine” che tenga. Ogni parto, ogni emergenza, ogni dolore merita ascolto, cura, tempo.

C’è un tempo per la giustizia, e ci sarà. Ma c’è anche un tempo per il rispetto. E per fare una scelta: non lasciare che questo dolore cada nel vuoto.

Martina e il suo bambino meritano memoria, ma soprattutto verità.
@luigi.palamara La morte che spezza due cuori: il dolore che ha ucciso Martina di Luigi Palamara Ci sono notizie che inchiodano il lettore al silenzio. Non per la sorpresa, ma per la vertigine del dolore che portano con sé. La tragedia che ha colpito Martina Piserà, 32 anni, incinta al settimo mese, è una di quelle. Una giovane donna entra in ospedale con dolori forti e un presentimento terribile: non sente più il bambino muoversi. Le viene confermata la morte del feto. Poco dopo, muore anche lei, stroncata da un arresto cardiaco. Una doppia morte, inspiegabile e crudele, consumata in poche ore in un ospedale calabrese. È difficile, di fronte a fatti simili, non cedere all’emozione. È comprensibile che l’opinione pubblica chieda risposte, indagini, giustizia. E la giustizia farà il suo corso: la magistratura ha aperto un’inchiesta, l’Azienda sanitaria ha avviato verifiche interne. Si acquisiranno cartelle cliniche, si eseguiranno autopsie. È giusto che si accerti se vi siano state negligenze o errori, se il tragico epilogo poteva essere evitato. Ma questo, oggi, non basta. Ciò che resta, oggi, è il dolore. Quello della famiglia, degli amici, dei sanitari stessi che hanno assistito impotenti al precipitare della situazione. È il dolore profondo di una comunità che perde, in un istante, una giovane donna e la vita che portava in grembo. È il dolore che fa male anche a chi non conosceva Martina, perché tocca qualcosa di universale, qualcosa che riguarda il nostro modo di essere umani, vulnerabili, legati. Martina non è solo una vittima. È un simbolo di una fragilità sistemica, di un rapporto tra persone e sanità che, troppe volte, si fonda sulla speranza che tutto vada bene, più che sulla certezza che ogni donna sia seguita con la massima attenzione. È anche il segnale che, di fronte alla vita e alla morte, non esiste “routine” che tenga. Ogni parto, ogni emergenza, ogni dolore merita ascolto, cura, tempo. C’è un tempo per la giustizia, e ci sarà. Ma c’è anche un tempo per il rispetto. E per fare una scelta: non lasciare che questo dolore cada nel vuoto. Martina e il suo bambino meritano memoria, ma soprattutto verità. #martinapiserà #sanità #calabria #videoeditoriale #luigipalamara #palamaraluigi #luispal #luipal ♬ suono originale - Luigi Palamara

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