Amerigo Vespucci: l’incanto che naviga, la bellezza che comanda
di Luigi Palamara
La nave Amerigo Vespucci non è solo acciaio, legno, vele e ottoni.
È un respiro antico, un sogno fatto nave.
Un pensiero romantico che, da quasi un secolo, solca i mari per ricordarci chi siamo.
Non è solo un’imbarcazione.
È un’opera d’arte in movimento,
un poema scritto sull’acqua,
una sinfonia di corde e pennoni che canta la genialità italiana.
Non sfida il tempo: lo trascende.
Sì, dobbiamo essere fieri.
Perché quando entra nel porto,
come oggi a Reggio Calabria,
il cuore fa un tuffo.
Non è nostalgia, è gratitudine.
Non solo per chi ama il mare,
ma per chi ama ciò che il mare rappresenta:
libertà, vastità, mistero, infinito.
La Vespucci è fatta di Bianco e di Nero,
come la vita.
Ogni sua ombra è disegnata dalla luce.
Ogni suo silenzio è una parola taciuta con dignità.
Gli ottoni brillano, le vele respirano.
Ogni cosa al suo posto, eppure tutto pronto a partire.
Come in un cuore, dove ogni battito sa cosa fare.
È nave scuola, sì.
Ma anche scuola di bellezza.
Scuola di umiltà.
Scuola di patria.
Di onore e vento in faccia.
Di tempeste che insegnano più di mille lezioni.
Di serate calme dove si sente solo il mare che parla piano.
La bellezza – diceva qualcuno – salverà il mondo.
E se è vero,
la Vespucci è una delle sue ambasciatrici.
Con la sua prua fiera,
continuerà a sfiorare ogni oceano,
come una carezza tra le onde del pianeta Terra.
Inchiniamoci, dunque.
Non per servilismo.
Ma per rispetto.
Lei è l’Amerigo Vespucci.
La nave più bella del mondo.
E si vede.
Si sente.
Si sogna.
Reggio Calabria 5 maggio 2025
Testo e come narrante di Luigi Palamara Tutti I diritti riservati
#amerigovespucci
#reggiocalabria
#lanavepiùbelladelmondo
#editoriale
#luigipalamara #palamaraluigi #luispal #luipal
0 Commenti