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Morsa asfissiante il romanzo di Luigi Palamara

Un giorno partì. Nessuno sa dove sia andata. La via della virtù e il significato della vita è la scia che si lascia dietro.
Capire come si possa cambiare nella vita è come comprendere il senso dell'universo. Quando tutto sembra perduto, senza via d'uscita qualcosa di meraviglioso accade. E niente è più come prima.
Ed è così ogni giorno, ogni ora, ogni minuto, ogni secondo, ogni istante dalla notte dei tempi.
Oggi mi accingo a raccontarmi. Non è facile... Il tempo non ha ancora rimarginato tutte le ferite aperte.
Le cicatrici che segnano il mio corpo e la mia anima fanno male. Testimoniano il mio dolore, la mia rabbia, il mio orgoglio, la mia dignità.
Oltre il male.
Raccontarsi serve solo a ricucire quel vestitino verde prematuramente e violentemente strappato dall'egoismo di un uomo e dalla vanità di una madre cattiva.

Tutti scrivono e nessuno legge. Tutti informano e nessuno si informa e/o verifica. Fotografiamo, facciamo video e neanche li guardiamo. Ci emozioniamo per il canto di un merlo e ignoriamo un cadavere steso accanto a noi sulla spiaggia. Tutto accade e niente si vive.
La bambina dal vestitino verde ama la vita, adora sua padre. Da grande vuole essere come lui. Un medico. Aiutare gli altri la sua missione. Dare per non avere. La sua filosofia di vita.
Come Ulisse ostacolato nel suo rientro in patria, alla sua Itaca, Helga percorre la sua strada, il suo viaggio tra mille insidie, trappole...
Oggi dopo un vissuto intenso e a volte tragico tutto sembra più chiaro. Ma quanto dolore dietro le spalle. Quanti sacrifici. Quanta ingiustizia.
La nebbia si dissipa davanti agli occhi di Helga. Il viaggio è stato faticoso. Quanti i sogni spezzati e spazzati via. Troppi incubi e orrori. Tanto buio e poca luce.
La sua è una ricerca continua e irrefrenabile dell'amore, della vita. La vita. Quella vera. Dolce, serena, tranquilla. Felice.
C'è chi ha cercato di piegarla utilizzando la violenza fisica, quella psicologica per metterla in ginocchio per farla ritornare sui suoi passi.
L'invidia, la violenza del maschio e il senso di vendetta che cresce quando si perde il potere, la risorsa e la donna fa crescere la forza interiore di Helga.
La macchina giudiziaria ha tentato di stritolarla. La condanna è solo una conseguenza del non smentire le accuse.
I parenti, le persone più care, sangue dello stesso sangue si sono allontanati per poi tornare sui loro passi. Lasciata sola ha lottato. Li ha riportati a sè umiliati.
La sua originalità spinge le persone a essere generose con lei e con gli altri. In molti hanno tentato di copiarla, di imitarla ma inutilmente.
Helga guarda dentro le finestre per cogliere e vivere l'affetto e il calore della famiglia. Per strada la solitudine ha accompagnato i suoi passi. Lungo il suo “passeggiare” tanti gli incontri sbagliati. Helga voleva e vuole solo l'affetto, l'amore quello vero.
La Fede le ha dato forza. In chiesa Helga ci va da sola a parlare con Dio ….

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