REGGIO CALABRIA. E’ quanto afferma il “Comitato 14 luglio”, che raggruppa Associazioni, Movimenti e Partiti della destra reggina, che dal 20...
REGGIO CALABRIA. E’ quanto afferma il “Comitato 14 luglio”, che raggruppa Associazioni, Movimenti e Partiti della destra reggina, che dal 2011 si adopera affinchè questa ricorrenza non cada nell’oblio, tenendo sempre vivo e attuale lo spirito dei Moti del 1970 con varie iniziative di carattere storico, politico, sociale, culturale e di arte varia.
Abbiamo appreso – continua la nota - che l’Amministrazione comunale ha finalmente istituito il Comitato civico per le celebrazioni del 50° anniversario della Rivolta di Reggio (era da luglio dello scorso anno che avevamo scritto in merito al Sindaco).
Peccato, però, che ci si è “dimenticati” di inserire i veri protagonisti e coloro che, in tutti questi anni, ne hanno tenuto vivo il ricordo e tramandato i valori. Se per alcuni la memoria inizia ormai a sbiadire, molti altri, al contrario, sono ancora sensibili al dolore ed alle emozioni che trasmettono il rinverdire di quelle pagine di storia, tragiche ed esaltanti al contempo.
Di chi credeva e continua a credere nelle proprie radici, nell’amore per la propria terra, nella speranza di poter offrire un futuro ai propri figli, nel rispetto della dignità della propria comunità, nella lealtà della politica.
Di chi ritiene che quel periodo storico bisogna considerarlo come un valore per l’intera comunità reggina, da trasmettere alle nuove generazioni come esempio di una reazione dignitosa da parte della città ad un grave torto subito.
E purtroppo, in questo caso, quello dato dall’attuale amministrazione non è stato proprio un bell’esempio: senza nulla togliere agli studiosi, agli storici ed ai professionisti nominati ai quali, anzi, va tutta la nostra considerazione (tenuto conto che alcuni fecero già parte del Comitato per il 40°), insieme a loro in questo Comitato vi è rappresentata solo una parte politica, quella “sinistra”, quella “che stava dall’altra parte delle barricate”, come ebbe a dire nel corso di una intervista un potente ex ministro.
Mentre manca tutta la parte “destra”, quella parte che la Protesta la fece davvero, nelle strade, nelle piazze, nei tribunali, nei vari consessi elettivi; manca la parte che prese le botte, che fece il carcere, che perse il lavoro, che immolò la vita; manca il senenatore Meduri, manca l’onorevole Aloi, mancano i rappresentanti delle storiche famiglie della Rivolta, i Franco, i Battaglia, i Mauro, i Perna, mancano i rappresentanti delle famiglie dei Martiri. In definitiva mancano i protagonisti veri!
Pertanto - conclude la nota - le Associazioni, i Movimenti e i Partiti che aderiscono al “Comitato 14 luglio”: Alleanza Calabrese – CasaPound Italia - Centro Studi Tradizione Partecipazione - Cultura Identità – Forza Italia Coordinamento Provinciale - Forza Italia Giovani – Fratelli d’Italia Coordinamento Metropolitano - Fratelli d’Italia Circolo Antonio e Ciccio Franco - Fronte Nazionale – Gioventù Nazionale – Italia agli Italiani – Lega Salvini Premier Coordinamento Comunale - Movimento Sociale Fiamma Tricolore - Nuovo Fronte Politico - Sbarre per Sempre - Stanza 101 Cenacolo Impertinente – Unione di Centro, costituiscono il “Comitato per il 50° anniversario della Rivolta di Reggio Calabria”, chiamando al coordinamento in qualità di Garanti della Storia dei Moti, il senatore Renato Meduri e l’onorevole Fortunato Aloi.
Inoltre, faranno parte del Comitato anche Annamaria Franco, per la famiglia del Leader dei Boia chi molla, Carmine Jaconis, in rappresentanza delle famiglie dei Martiri, Lucio Dattola, portavoce dell’opposizione in consiglio comunale.
Il “Comitato per il 50° anniversario della Rivolta di Reggio Calabria”, è aperto ad ulteriori contributi di associazioni, partiti e singoli cittadini che scevri da condizionamenti ideologici, potranno restituire ai reggini “l'anima” che ispirò quei Moti e che ne guidò le scelte ed i comportamenti, pur antidemocratici e antisistema, ma unicamente nella direzione della Protesta di un Popolo che non ha accettato supinamente le decisioni di una classe politica staccata dalla realtà, che stava perpetrando una palese ingiustizia e che non riconosceva più nel Popolo stesso la sua più intima essenza.