I vicini di Karim Bamba, dieci anni: "Lui e i suoi fratelli sempre in giro da soli, temevamo succedesse qualcosa". Il sindaco di Boltiere: "Abbiamo fatto il possibile"
CORRIERE DELLA SERA
La povertà, il padre spesso lontano, “quei bimbi sempre in giro”. Stava probabilmente cercando qualche capo d’abbigliamento per sé e la sua famiglia e per questo si era arrampicato fino all’apertura del cassonetto giallo per la raccolta di vestiti usati della Caritas: si chiamava Karim Bamba, il bambino di 10 anni che è morto drammaticamente, schiacciato nello sportello che chiude il cassonetto stesso.
“Questo dolore scuote l’intera comunità di Boltiere - commenta il sindaco Osvaldo Palazzini, che si è subito recato sul luogo della tragedia -: il dolore per quanto avvenuto spezza il cuore a tutti. La famiglia di Karim è molto conosciuta, vive vicino al municipio”. E aggiunge: “Mi sento di dover dire che è stato fatto quanto era possibile. Seguivamo le disposizioni del Tribunale. C’era un’udienza fissata a fine maggio e spostata poi a ottobre. Noi abbiamo dato la casa e tutte le agevolazioni e contributi di cui disponiamo. Spesso la polizia locale e gli assistenti sociali bussavano alla porta ma era difficile farsi aprire. Solo lo scorso ottobre siamo riusciti a incontrarli e avviare un dialogo”.
Come riporta il Corriere della Sera, i vicini di casa raccontano però una situazione più complessa. La famiglia vive in un bilocale al pianterreno di un condominio alle spalle del municipio. L’entrata dell’appartamento è quasi ostruita da vecchi televisori sfondati, borse piene di chissà che cosa e tante biciclettine. Spunta anche una scarpa da bimbo spaiata.
«Da anni segnalavamo i problemi — spiega un residente al primo piano —. L’amministratrice di condominio più volte ha presentato esposti, l’ultimo settimana scorsa». «Quei bambini erano sempre in giro da soli — aggiunge la moglie —. Temevamo che prima o poi succedesse qualcosa».
Una tragedia che ha scosso la comunità di Boltiere - poco più di seimila abitanti nella Bassa bergamasca - e che nasconderebbe una situazione di estrema povertà: la famiglia di Karim da anni è seguita dai Servizi sociali del Comune. Papà di origine ivoriana, mamma nativa di Palermo, la coppia ha altri cinque figli, di 11, 7, 4 e 2 anni.
Dalla ricostruzione dei fatti emerge che Karim ha raggiunto, scalzo, il cassonetto che si trova in via Monte Grappa, il tratto urbano dell’ex statale 525 Bergamo-Milano, una strada non certo periferica. Tuttavia nessuno ha assistito al dramma: soltanto una donna a un certo punto ha notato le gambe immobili del bambino. “Una scena orribile”, ha raccontato la donna, scossa, ai carabinieri. Immediato l’allarme al 112: a Boltiere sono arrivate un’ambulanza e un’automedica del 118 ma, per liberare il piccolo Karim dal cassonetto. Per estrarlo sono dovuti intervenire i vigili del fuoco. Il bambino è morto in serata, al Pronto soccorso pediatrico, nonostante il prodigarsi dei medici.
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