Dimissioni "eccellenti": Giuliano Amato, Franco Gallo, Alessandro Pajno e Franco Bassanini Autonomia differenziata, in quattro lasciare il comitato I dubbi sui costi legati ai Livelli essenziali di prestazione.
RO MA 5 luglio 2023. Ad appena tre mesi dalla sua costituzione, il Comitato che deve definire i livelli essenziali di prestazione in vista dell'autonomia differenziata perde quattro autorevoli componenti, scatenando un'inevitabile polemica politica. Con una lettera indirizzata al presidente del comitato, gli ex presidenti della Corte Costituzionale Giuliano Amato e Franco Gallo, l'ex presidente del Consiglio di Stato Alessandro Pajno e l'ex ministro della Funzione pubblica Franco Bassanini hanno deciso di farsi da parte perché "non ci sono più le condizioni per una nostra partecipazione ai lavori del Comitato".
La ragione principale della loro decisione è da ricercarsi nei dubbi sollevati sui costi legati ai Lep, cioè gli standard minimi di servizio pubblico indispensabili per garantire in tutto il territorio nazionale i "diritti civili e sociali" tutelati dalla Costituzione. "Sono francamente stupito, sorpreso e rammaricato trattandosi non solo di esperti, ma anche di amici ed ex colleghi con cui ho lavorato da decenni.
Mi avevano mandato una lettera segnalandomi che non avrebbero partecipato ulteriormente ai lavori del Clep senza però dirmi che si sarebbero dimessi ", ha commentato il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie Roberto Calderoli, il quale ha anche chiarito che il progetto dell'autonomia differenziata non subirà uno stop: "Erano 62 membri nel comitato e ora ne restano 58, ancor più motivati nella definizione dei Lep e nel raggiungimento dell'obiettivo", sottolinea. Il comitato perde dunque pezzi anche se i quattro dimissionari spiegano nella lettera che il passo indietro non è un atto ostile all'idea di autonomia differenziata, "perché siamo pienamente consapevoli dell'importanza che avrebbe per il Roberto Calderoli". Ha nominato i 61 membri del comitato Secondo l'ex ministro per gli Affari Regionali e presidente dei senatori Pd, Francesco Boccia, le dimissioni rappresentano la "pietra tombale" sul disegno di legge Calderoli.
"Il buon senso imporrebbe a governo e maggioranza di fermarsi e approfondire", gli fa eco il collega di partito Andrea Martella. Parla di uno "schiaffo all'autonomia differenziata" la presidente di Azione, Mara Carfagna, aggiungendo che le dimissioni sono "il colpo del ko a una riforma iniqua e sbagliata".
"La presidente del Consiglio metta davvero l'interesse della nazione davanti ai suoi sogni di gloria legati al premierato, e fermi questo sconsiderato progetto finché è in tempo", aggiungendo che le dimissioni sono "il colpo del ko a una riforma iniqua e sbagliata".
. "La presidente del Consiglio metta davvero l'interesse della nazione davanti ai suoi sogni di gloria legati al premierato, e fermi questo sconsiderato progetto finché è in tempo", l'appello a Giorgia Meloni da parte del capogruppo M5S in commissione Affari costituzionali, Alessandra Maiorino.
Anche l'Anpi, da sempre tra le associazioni più critiche nei confronti del ddl, chiede al governo di ritirare il provvedimento, mentre da Salerno, dove si è svolto il convegno "No all'autonomia differenziata che divide il Paese e penalizza i più deboli ", il presidente della Campania, Vincenzo De Luca, è tornato a ribadire che l'autonomia differenziata spacca il Paese e penalizza il Sud. A chiedere ulteriori approfondimenti da parte della Commissione Affari Costituzionali del Senato è anche l'Alleanza Verdi e Sinistra.
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