Due giorni molto intensi e significativi per gli avvocati della Camera Penale di Reggio Calabria G. Sardiello, presieduta dall...
Due giorni molto intensi e significativi per gli avvocati della Camera Penale di Reggio Calabria G. Sardiello, presieduta dall’avv. Pasquale Foti, iniziati con la visita del 26 alla Casa Circondariale di Arghillà e proseguiti con la visita del giorno dopo alla struttura carceraria di San Pietro, nell’ambito di un percorso esplorativo all’interno delle carceri voluto ed intrapreso di concerto con l’associazione Nessuno Tocchi Caino, l’Osservatorio Carcere dell’Unione delle Camere Penali, il Garante dei diritti delle Persone private della Libertà personale del Comune di Reggio Calabria, il COA di Reggio Calabria, il Movimento Forense – Dipartimento Carceri.
Attraverso le visite alle strutture carcerarie è stato possibile toccare con mano le criticità con cui quotidianamente si scontrano non solo i detenuti, ma anche tutti gli operatori e gli agenti delle due strutture e si è aperto un diretto confronto con i soggetti ristretti, anche in regime di alta sicurezza, attraverso il dialogo proficuo e l’ascolto delle problematicità che affliggono il popolo detenuto.
Al termine di questo viaggio nelle dinamiche spesso complicate che avvolgono il mondo carcerario si è tenuta una proficua conferenza sul tema “Carcere e misure alternative: reinserire conviene”, introdotta e moderata dal Presidente della Camera Penale reggina, avv. Pasquale Foti che, richiamando il concetto illustrato da Dostoevskij non ha disdegnato di ricordare come “Il grado di civilizzazione di una società si misura dalle sue prigioni”. Dopo i saluti del Presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati, avv. Rosario Maria Infantino, che ha puntato il dito sulla necessità del rispetto dei diritti dei detenuti per come la nostra costituzione impartisce, è intervenuta la Presidente del Tribunale di Sorveglianza, dott.ssa Daniela Tortorella che con un sentito intervento ha delineato i problemi dell’Ufficio di Sorveglianza, in parte superati dall’integrazione del personale decidente attraverso la nomina di un quarto magistrato che andrà a rafforzare il numero dei giudici già presenti, esaltando in primis la necessità di una collaborazione con tutti i referenti del mondo penitenziario, attraverso una gestione “non burocratica” delle funzioni esercitate dalla magistratura dell’esecuzione che, pur garantendo la funzione di terzietà e di garanzia, non deve disdegnare l’interazione ed il dialogo continuo con gli agenti di polizia penitenziaria, i garanti, le associazioni, i detenuti e tutti i protagonisti del mondo carcerario. La Presidente di Nessuno Tocchi Caino, dott.ssa Rita Bernardini, ha anch’ella illustrato tutte le criticità riscontrate nelle carceri italiane visitate, che vanno dalla carenza di personale (in alcuni istituti manca il direttore, piuttosto che gli educatori), all’annoso problema del sovraffollamento (vi sono circa 10.000 detenuti in più rispetto ai posti regolamentari disponibili). In particolare la Presidente dell’associazione, facendosi portavoce dei malesseri registrati in occasione delle visite ai due istituti reggini, ha sottolineato come nel carcere di San Pietro manchino le figure fondamentali dei mediatori culturali, di come il percorso di rieducazione per i detenuti in regime di alta sicurezza sia davvero difficile atteso il fatto che possono godere solo del beneficio dell’ora d’aria, ma non della possibilità di lavori qualificanti o di poter intraprendere studi superiori adeguati. La stessa ha concluso sostenendo che “Far vivere la costituzione è un dovere per tutti noi”.
Sulla stessa scia si pone l’intervento del dott. Sergio d’Elia, Segretario di Nessuno Tocchi Caino, che facendo il punto sul viaggio intrapreso nelle carceri italiane visitate e sui cambiamenti registrati nella popolazione carceraria (la cui età anagrafica si abbassa sempre di più e si caratterizza spesso per la presenza di molti tossicodipendenti), ha esaltato la finalità del reinserimento sociale, richiamando il pensiero di Pannella che parlava di “una comunità, di un insieme composto da polizia penitenziaria e detenuti”.
Molto apprezzate sono state le parole dei tre garanti intervenuti; l’avv. Luca Muglia, garante dei detenuti, Regione Calabria, che ha anche puntato il dito sulle difficoltà strutturali delle carceri di Palmi e di San Pietro, ritenendo come inaccettabile l’assenza di un’area di socialità e della biblioteca all’interno del reparto maschile di alta sicurezza del carcere di Reggio Calabria; il Garante metropolitano, dott. Paolo Praticò, esaltando l’importanza di un linguaggio propositivo, ha preferito parlare di in termini di “riabilitazione” e non in quelli di rieducazione per i detenuti; infine l’avv. Giovanna Russo, garante comunale dei diritti dei detenuti, concordando con il concetto espresso dalla Presidente Tortorella nell’ambito dell’utilità di una sinergia tra tutti i soggetti interessati, ha in una magnifica sintesi coniato il messaggio ricavabile dall’incontro con l’espressione in forma esclamativa “Reinserire conviene!”, senza dimenticare però le difficoltà concrete che si incontrano nel dare attuazione a questo proposito, come il limite della paura delle interdittive che impedisce, troppo spesso, gli imprenditori di assumere o dare fiducia ai soggetti provenienti dal mondo carcerario.
Ha invece puntato sull’aspetto della discriminazione sessuale, ancora più amplificata in regime intramurario, l’Avv Rocco Lombardo del movimento forense, Responsabile del dipartimento carceri, concludendo con un messaggio di speranza per il futuro data da quell’“umanità che traspare negli occhi dei detenuti e che si vede anche in quelli dagli agenti”.
Proseguendo è intervenuto il dott. Enzo Musolino responsabile del Centro Studi filosofici “Aldo Capitini”, che ha in modo diretto richiamato il dovere della conoscenza che impone “il dovere di visitare le carceri”; infine si è registrata la partecipazione attiva, in quest’ottica di sinergia degli attori della vicenda carceraria, del vicecomandante, dott.ssa Daniela Iiriti, che ha rappresentato la voce degli agenti di polizia penitenziaria, esaltando anche il recente quanto utilelavoro di formazione degli agenti.
Infine, in chiusura dei lavori, la dottoressa Elisabetta Zamparutti tesoriera di Nessuno Tocchi Caino, nell’ottica dell’impegno dell’associazione di portare a conoscenza della società lo stato di degrado degli istituti penitenziari, ha lamentato l’ancora vigente “componente strutturalmente afflittiva e punitiva” del carcere, auspicando quel “Rientro dolce” richiamato dal compianto Pannella.
Per la Camera Penale e per tutti coloro i quali hanno partecipato a questa coinvolgente esperienza, si è trattato di un impareggiabile momento di confronto e di crescita.