Un'antica usanza di Roccaforte del Greco, è il rito del fidanzamento tra due giovani, chiamato "Lu ccippitinnàu": il ragazzo che voleva fare il gran passo e dichiararsi alla famiglia della sua amata, quando proprio aveva deciso, prendeva un cippo, cioè un tronco d'albero, e lo piazzava proprio all'uscio di casa della sua amata.
A questo punto, lui doveva solo augurarsi che il cippo venisse portato dentro, era gia un buon segno. Infatti se lasciato fuori, era come se fosse gia stato rifiutato dal genitore della sua ragazza. Se invece veniva portato dentro, il suo probabile suocero, l'indomani mattina, se lo sarebbe caricato in spalla e, girando per il paese, andava domandando (allora si parlava in grecanico) ai giovani che incontrava strada facendo, oppure in un luogo dove questi si radunano di solito: "Pis efere ton gippo ti dichatiramu" (Chi ha portato il ceppo a mia figlia?), a questa domanda il giovane, avrebbe risposto: "To e’fera ego’" (L'ho portato io). Se gli conveniva, l'altro rispondeva:"I dicatera nu ene koli cippetthenemi!", (Mia figlia ha trovato un buon partito), altrimenti, se vedeva che proprio non andava bene come genero, gli diceva: "ghire’ apissu ti din ene j’assena to cippo" (torna indietro che il cippo non è per te), togliendogli così tutte le speranze.
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Antonino Monteviso HO LETTO LA NOTA E' BELLO RICORDARE AI NS GIOVANI LA SEMPLICITA' E L'ONESTA DI UNA VOLTA....IL RISPETTO DI TUTTO E DI TUTTI.....
Pasquale Macheda Filastò A San Lorenzo si diceva '' ccippitinnaru '',infatti quando si vuole indicare una persona non capace di fare una determinata cosa,ancora oggi si usa dire: non'è pi ttia ù ccippitinnaru.Poi cambiando discorso,leggo la volontà di far rinascere Roccaforte,è giusto,anzi doveroso da parte di tutti far rinascere i luoghi dove siamo nati e che,portiamo dentro di noi i profumi,gli odori ed i sapori,anche a distanza di moltissimi anni,ma credo che questo dipenda in primis dalla politica,perchè per far rinascere San Lorenzo,che è il mio paese,Roccaforte e tutti gli altri centri interni alla ss 106,ai quali tutti dovrebbero riconoscere la valenza culturale,dovrebbero costruire una strada a scorrimento veloce,sennò assisteremo,nostro malgrado,alla cancellazione geografica dei nostri amati siti,e sarebbe ora,che nascesse una associazione che si interessasse per la costruzione di questa benedetta strada,che in passato è stata oggetto di meschinità politica,si proprio cosi....meschinità politica,hanno avuto il coraggio di far dirottare la somma sulla bovalino-bagnara,chi legge questo e si interessa di politica credo che possa aggiornarci in merito.Intanto, viva San Lorenzo e viva Roccaforte del Greco.
A questo punto, lui doveva solo augurarsi che il cippo venisse portato dentro, era gia un buon segno. Infatti se lasciato fuori, era come se fosse gia stato rifiutato dal genitore della sua ragazza. Se invece veniva portato dentro, il suo probabile suocero, l'indomani mattina, se lo sarebbe caricato in spalla e, girando per il paese, andava domandando (allora si parlava in grecanico) ai giovani che incontrava strada facendo, oppure in un luogo dove questi si radunano di solito: "Pis efere ton gippo ti dichatiramu" (Chi ha portato il ceppo a mia figlia?), a questa domanda il giovane, avrebbe risposto: "To e’fera ego’" (L'ho portato io). Se gli conveniva, l'altro rispondeva:"I dicatera nu ene koli cippetthenemi!", (Mia figlia ha trovato un buon partito), altrimenti, se vedeva che proprio non andava bene come genero, gli diceva: "ghire’ apissu ti din ene j’assena to cippo" (torna indietro che il cippo non è per te), togliendogli così tutte le speranze.
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Antonino Monteviso HO LETTO LA NOTA E' BELLO RICORDARE AI NS GIOVANI LA SEMPLICITA' E L'ONESTA DI UNA VOLTA....IL RISPETTO DI TUTTO E DI TUTTI.....
Pasquale Macheda Filastò A San Lorenzo si diceva '' ccippitinnaru '',infatti quando si vuole indicare una persona non capace di fare una determinata cosa,ancora oggi si usa dire: non'è pi ttia ù ccippitinnaru.Poi cambiando discorso,leggo la volontà di far rinascere Roccaforte,è giusto,anzi doveroso da parte di tutti far rinascere i luoghi dove siamo nati e che,portiamo dentro di noi i profumi,gli odori ed i sapori,anche a distanza di moltissimi anni,ma credo che questo dipenda in primis dalla politica,perchè per far rinascere San Lorenzo,che è il mio paese,Roccaforte e tutti gli altri centri interni alla ss 106,ai quali tutti dovrebbero riconoscere la valenza culturale,dovrebbero costruire una strada a scorrimento veloce,sennò assisteremo,nostro malgrado,alla cancellazione geografica dei nostri amati siti,e sarebbe ora,che nascesse una associazione che si interessasse per la costruzione di questa benedetta strada,che in passato è stata oggetto di meschinità politica,si proprio cosi....meschinità politica,hanno avuto il coraggio di far dirottare la somma sulla bovalino-bagnara,chi legge questo e si interessa di politica credo che possa aggiornarci in merito.Intanto, viva San Lorenzo e viva Roccaforte del Greco.
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