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IL CASO : CARO AFFITTI

Imperversa nelle grandi città metropolitane, Milano e Roma in testa, il caro affitti sbandierato da tutte le forze politiche che a parole dicono di volere tutelare gli studenti universitari che non possono pagare certamente € 700,00 per una stanza e in un tugurio o in una cantina come si è letto su autorevoli testate che fanno peraltro opinione. 

Il fatto è che sulle locazioni sono pochi a capirci e in Italia ci sono ben 5 milioni di appartamenti in affitto dunque un numero tale che dovrebbe costringere o quanto meno incentivare i governanti di questa Italia a trovare il bandolo della matassa e che non trovano perché credono di essere visionari tutti ma nella pratica evidentemente non trovano di interesse la crisi degli alloggi. Un mio professore di italiano poi preside conosciutissimo, il prof. Minuto,  anche e soprattutto per la Sua cultura ne parlava a noi studenti in terza liceo negli anni 60.  

Ciò detto la destra che ci governa ci dice che sono stati stanziati 900 milioni per consentire un fiorire di residenze universitarie per ospitare 5000 studenti e la sinistra invece chiede a gran voce un tetto agli affitti per fare ritornare l’Italia , dopo 28 anni di caos e norme inesistenti fin dal 1950,  all’epoca dell’equo canone con la legge 392 del 27 luglio 1978 che bloccò per ben altri 20 anni , in totale 50, il settore dell’abitare e dell’abitare in affitto che in tutto il mondo funziona in maniera regolare e trasparente. In Italia nel 1998, 9 dicembre, un politico di nome Zagatti, veramente illuminato trovò la formula giusta creando due tipologie di contratto , quello a canone libero e quello a canone concordato che ha la caratteristiche di un canone contenuto a fronte di precisi parametri di legge che deve rispettare ma che viene incentivato con particolari agevolazioni fiscali. Dette agevolazioni fiscali ci sono ma non vengono curate se non da illuminate associazioni della proprietà e dell’inquilinato e da poche Giunte comunali che il problema delle locazioni lo avvertono pesantemente. 

Si è letto che il ministro Valditara abbia indicato nelle giunte di sinistra la incapacità di affrontare il problema ma in effetti non è così nella misura in cui il sindaco di Reggio Falcomatà concesse su mia precisa richiesta l’IMU al 6 per mille sugli immobili concessi a canone concordato che poi con la riduzione del 25% apportata dal governo Renzi  si ridusse al 4,5 per mille incentivando così molti locatori, oggi a Reggio almeno 3000 inquilini godono di un canone moderato perché concordato, a locare con questa tipologia di contratto peraltro da convalidare per legge da parte delle Associazioni della proprietà e dell’inquilinato che in ogni capoluogo depositano l’Accordo territoriale di Riferimento. Ci sono però giunte come quella di Sala a Milano, o Gualtieri a Roma, che totalmente cieca e priva di buon senso , su questo tema, concede l’aliquota IMU agevolata sugli immobili locati a canone concordato tipo residenziali ma non la concede agli immobili che ospitano gli studenti universitari , che anche sono stipulati con le stesse norme del canone concordato ed ecco che il locatore preferisca non locare a studenti universitari, ed ecco che la ragazza si crea la tenda fronte politecnico di Milano e fa la protesta (tutta strumentale) mi si creda perché posso dimostrare che comunque personalmente e anche casualmente ho avuto modo per amici e parenti che me ne hanno chiesto la cortesia di confezionare contratti per studenti universitari , art. 5 commi 2 e 3 della legge 431/98, indicando per 3 bilocali di ben 70 mq ampi e ben messi € 650,00 mensili dunque la stanza a 700 euro la considero una bufala strumentalizzata e plateale che potrebbe servire certamente a smuovere il problema ma su basi corrette e non metafisiche. Della giunta Gualtieri poi non ne parliamo perché non intende fare agevolazioni agli studenti e mantiene l’aliquota all’11,40 provocando la rabbia degli studenti che si cerca poi di scaricare a destra. 
Roba da manicomio.


Dunque la prima cosa che deve fare la giunta Sala a Milano, aliquota per studenti 9,60 per mille, e la giunta Gualtieri a Roma, aliquota 11,40 per mille, è deliberare aliquote IMU che favoriscano il locatore ad affittare a studenti universitari perché poi grazie alla cedolare secca al 10% concessa per dette locazioni dall’allora ministro Maurizio Lupi si perviene ad un canone “cristiano” che ci si può permettere quando si è studenti universitari fuori sede e poi si deve risolvere un altro grosso problema costituito dalle agenzie immobiliari che hanno in mano il mercato immobiliare fra compravendite ed affitti. Infatti succede che per legge i contratti a canone concordato non possano essere validati per la congruità se non dalle Associazioni depositarie dell’Accordo territoriale di cui il contratto deve rispettare i parametri e così accade che le agenzie alle quali ci si rivolge di prassi per la ricerca di un immobile propongano giustamente solo contratti a canone libero che fanno lievitare il prezzo dell’affitto. 

Cosa fare ? il Comune deve fare interfacciare le agenzie con le associazioni depositarie dell’accordo e far siglare una convenzione in maniera tale che le Agenzie propongano sia il canone libero, legittimamente, sia il concordato da fare vidimare poi alle associazioni. 

Ciò conviene ad entrambi le parti per il semplice motivo che spesso lo studente non vuole sottoscrivere un contratto di anni 4+4 ma solo un contratto per i 3 o 4 di corso per cui accade che molti contratti vengono definiti transitori ma transitori non sono perché non possono essere validati dalle associazioni e di conseguenza si crea irregolarità dei contratti , moltissimi sono nulli e vessatori, quando tutto si potrebbe ricondurre alla normalità pro bono pacis di studenti, associazioni, agenzie, enti locali e politici di destra e di sinistra. Questi sono fatti oggettivi e non contestabili dopodichè chiunque la può raccontare a suo modo. 

Domenico Cuccio, presidente onorario UPPI area metropolitana di Reggio Calabria.    


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