Nel mondo di oggi, la disparità tra chi possiede tutto e chi lotta per sopravvivere continua ad allargarsi. Una triste realtà in cui la solidarietà sembra essere scomparsa, lasciando spazio all'egoismo e all'invidia. La parola "assistenzialismo" è stata strumentalizzata, privata del suo vero significato nobile e trasformata in un termine accusatorio verso chi cerca di aiutare i meno fortunati. Questo fenomeno ha contribuito a dividere la società in due categorie ben distinte: coloro che hanno tutto e di più, e quelli che vivono di stenti.
In un contesto in cui chi sta bene sembra non preoccuparsi minimamente di chi è povero, è evidente il vuoto che si è creato tra le diverse fasce sociali. L'aiuto fornito dallo Stato, una volta considerato come un segno di una nazione davvero civile e solidale, è stato declassato a "assistenzialismo", quasi ad accusare chi riceve aiuti di essere simile a una volpe astuta.
Questa percezione negativa verso l'assistenzialismo è diventata una colpa per molti, specialmente per coloro che vivono una vita anonima e frustrata, lontana dai sani principi che hanno fondato l'Italia. La mancanza di solidarietà ha portato a un ambiente dominato da burattini della comunicazione, che propagano idee al servizio dei padroni, anziché promuovere la collaborazione e la comprensione reciproca.
L'egoismo e l'invidia hanno avuto un ruolo importante nel plasmare questa società divisa. Le persone sembrano preferire la solitudine fatta di cattiveria, ignorando il fatto che l'aiuto reciproco e la generosità possono portare gioia e soddisfazione sia a chi dà che a chi riceve.
Luigi Palamara
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