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La deriva della connessione ipertensiva: la distanza che avvicina


Nell'era digitale, caratterizzata da una costante connessione, le distanze tra le persone si allargano sempre di più. L'iper-connessione, fenomeno che ci tiene lontani pur rimanendo fisicamente vicini, sembra aver trasformato le priorità, dando precedenza a chi è online rispetto a chi è presente di persona.

Il dialogo viene interrotto per rispondere a una chiamata o a un messaggio su WhatsApp, evidenziando come lo strumento digitale scandisca la nostra vita e le nostre relazioni. Ci siamo trasformati in pedine nelle mani dei giganti del web e dei magnati economici, perdendo la poesia delle parole e degli abbracci, la profondità degli sguardi.

Immersi in un turbinio di notifiche e informazioni, abbiamo dimenticato di vivere la nostra vita, preferendo scrutare quella degli altri. Questa deriva emotiva fa male alla mente e al cuore, avvolgendoci in una fitta nebbia di alta tecnologia che ci ha catturati senza che ce ne accorgessimo.

Tuttavia, c'è ancora speranza. È tempo di fermarsi, di riscoprire la bellezza dei tramonti e di tenere le mani libere da dispositivi tecnologici. È tempo di tornare umani, di liberarci dalla schiavitù dei processori e delle memorie RAM, di ritrovare la vera essenza delle relazioni umane.

Soltanto così potremo riavvicinarci, riducendo le distanze che l'avanzamento tecnologico ha creato, e ritrovare il contatto autentico che ci rende veramente vivi.

Luigi Palamara

#solitudine
#tecnologia

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