Sentenza TAR su Piazza del Popolo, il Comune: “Non si torna al Far West”
di Luigi Palamara
Il TAR annulla la sospensione del mercato di Piazza del Popolo, ma Palazzo San Giorgio rilancia: “La legalità non si cancella con una sentenza. Gli abusivi non torneranno”
Una decisione attesa, ma tutt’altro che priva di conseguenze. Il Tribunale Amministrativo Regionale per la Calabria ha annullato la delibera con cui la Giunta Falcomatà aveva sospeso il mercato di Piazza del Popolo fino al 30 giugno 2025. È una vittoria – almeno parziale – per i 34 commercianti ambulanti ricorrenti, molti dei quali operavano tramite il sistema della “spunta”, ovvero l’assegnazione giornaliera dei posteggi liberi. Ed è, al tempo stesso, un richiamo istituzionale al rispetto delle competenze: per il TAR, la Giunta ha oltrepassato i suoi limiti. Ma da Palazzo San Giorgio arriva una risposta decisa: “Il dispositivo del TAR non ripristina la condizione di generalizzata illegalità che vigeva nella piazza. Gli abusivi non potranno tornare a operare”.
Il cuore del commercio cittadino e una piazza “senza regole”
La querelle ruota attorno all’unico mercato quotidiano su area pubblica di Reggio Calabria: 60 posteggi attivi dal lunedì al sabato, punto di riferimento per centinaia di cittadini. Eppure, per l’Amministrazione, la situazione era fuori controllo. “Segnalazioni da cittadini, associazioni e forze politiche di ogni colore ci restituivano l’immagine di una piazza occupata quasi interamente da venditori abusivi, spesso privi di requisiti minimi e con merce di dubbia provenienza”, si legge in una nota del Comune.
È in questo contesto che, con la delibera n. 3 del 13 gennaio 2025, la Giunta ha prorogato la sospensione delle attività mercatali, già disposta nei mesi precedenti. Obiettivo dichiarato: contrastare l’abusivismo e attendere le linee guida ministeriali sul riordino del commercio, previste dalla Legge Concorrenza del 2023.
Il TAR boccia la Giunta: “È il Consiglio che decide”
I giudici amministrativi hanno però dato ragione ai ricorrenti, rappresentati dagli avvocati Alessandra Zagarella e Felice Domenico Retez. Il TAR ha stabilito che la sospensione, seppur temporanea, ha natura “programmatoria”, e pertanto rientra nelle competenze del Consiglio comunale. Non può essere la Giunta a decidere in materia di riordino dei mercati, lo prevede chiaramente l’art. 11 della legge regionale 18/1999.
Il Comune ha tentato di eccepire l’inammissibilità del ricorso, sostenendo che molti dei ricorrenti non avevano posteggi fissi o autorizzazioni valide. Il TAR ha accolto l’eccezione solo in quattro casi, riconoscendo agli altri il diritto di partecipare alla “spunta” grazie alla titolarità di autorizzazioni “B”.
Il Comune rilancia: “Decisione temporanea, non era un riordino”
Ma da Palazzo San Giorgio arriva una replica articolata. L’Amministrazione precisa che “la delibera della Giunta non ha mai avuto la pretesa di sostituirsi alla competenza del Consiglio comunale in materia di riordino. È un provvedimento temporaneo, adottato per rispondere a un’emergenza”. E sottolinea che la dislocazione temporanea dei venditori regolari in un’area adiacente era stata concordata con gli stessi operatori, garantendo continuità lavorativa a chi è in regola.
“Il dispositivo del TAR non comporta il ritorno al Far West”, chiarisce ancora il Comune. “Chi è sprovvisto dei requisiti di legge non potrà riprendere le attività. La legalità, la sicurezza e il decoro restano priorità non negoziabili”.
Una sentenza che pesa, ma non chiude il capitolo
Il TAR ha condannato il Comune al pagamento della metà delle spese legali, mille euro oltre accessori e contributo unificato. La sentenza, resa in forma semplificata, annulla la sospensione per i ricorrenti, ma lascia aperta la questione generale.
Resta quindi sul tavolo l’urgenza di un riordino complessivo delle aree mercatali cittadine. “Il percorso è già stato avviato e sarà definito entro la scadenza di giugno”, promette l’Amministrazione. L’ultima parola spetterà al Consiglio comunale, come richiede la legge. Ma la Giunta ribadisce: “Si è agito nell’interesse pubblico, per restituire legalità a una piazza simbolo della città. La prossima mossa sarà nel rispetto delle regole, ma senza passi indietro”.
Un messaggio chiaro: la sentenza segna un punto, non la fine della partita.
Reggio Calabria 13 maggio 2025
Luigi Palamara
Data pubblicazione: 13 maggio 2025
Oggetto:
Impugnazione da parte di numerosi operatori commerciali della delibera n. 3 del 13 gennaio 2025 del Comune di Reggio Calabria, con cui è stata sospesa l’attività mercatale in Piazza del Popolo fino al 30 giugno 2025.
Ricorrenti:
Commercianti regolarmente autorizzati, sia titolari di concessione (“tipo A”) sia “spuntisti” con autorizzazione “tipo B”.
Comune resistente:
Ha eccepito l’inammissibilità del ricorso per mancanza di titolo attuale da parte di alcuni ricorrenti e ha difeso nel merito la delibera impugnata.
Decisione del TAR:
1. Inammissibilità parziale del ricorso:
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile per quattro ricorrenti (Glouibi Fatiha, Kaoutar Assassi, Mohamed El Garni, Ngozi Christy Ejeah) perché privi di un titolo valido o di iscrizione alla CCIAA.
2. Ammissibilità per gli altri ricorrenti:
Il TAR ha ritenuto fondata la legittimazione attiva dei ricorrenti con autorizzazione di tipo B (“spuntisti”), poiché il meccanismo della “spunta” non può essere arbitrariamente disattivato dal Comune. La normativa regionale impone l’attivazione della spunta in presenza di posteggi liberi o temporaneamente non occupati.
3. Accoglimento del ricorso nel merito:
Il TAR ha annullato la delibera comunale, accogliendo il primo motivo di ricorso (incompetenza), stabilendo che la sospensione delle attività mercatali rientrava nella competenza del Consiglio comunale e non della Giunta, come previsto dalla legge regionale n. 18/1999.
Conclusione:
Il TAR ha accolto il ricorso per la maggior parte dei ricorrenti e annullato la delibera di sospensione del mercato di Piazza del Popolo, confermando l’obbligo per il Comune di rispettare le competenze istituzionali e le disposizioni regionali in tema di commercio su aree pubbliche.
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