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Non si gioca con la vita delle persone


Reggio Calabria 28 marzo 2025. C'è un confine che non andrebbe mai superato, un principio cardine della democrazia: il rispetto per il ruolo della stampa. Eppure, accade ancora che il giornalismo venga trascinato nelle sabbie mobili della politica, piegato a logiche che nulla hanno a che fare con la sua funzione primaria: informare, vigilare, raccontare.

L'inserimento da parte del Consigliere Comunale Massimo Ripepi, del giornalista Stefano Perri in un contesto politico è uno scivolone inaccettabile, un cortocircuito che lascia sgomenti. Non si tratta solo di un errore di forma, ma di sostanza: collocare un professionista dell'informazione in uno scenario che dovrebbe restare distinto e distante dalle dinamiche di parte è un errore grave. Una mancanza di rispetto verso chi fa questo mestiere con dedizione, rigore e indipendenza.

Non si può tollerare che i giornalisti vengano trascinati in giochi di potere, utilizzati come pedine di uno scacchiere che non gli appartiene. Anche nel caso in cui facciano parte dello staff del sindaco, la loro posizione non può e non deve diventare un alibi per giustificare forzature inaccettabili. Esiste una soglia etica che non va oltrepassata, un dovere di tutela che dovrebbe essere riconosciuto e difeso da chiunque abbia a cuore il valore della libera informazione.

Il rispetto per chi lavora non è subordinato all'appartenenza politica, né alle contingenze amministrative. E soprattutto non può essere sacrificato sull'altare di interessi di parte. Quello che si è verificato è un precedente pericoloso, che merita di essere stigmatizzato con fermezza. Nessuno dovrebbe accettarlo supinamente, nessuno dovrebbe voltarsi dall'altra parte.

Il giornalismo merita di essere protetto, non strumentalizzato. E chi governa, chi amministra, chi ha responsabilità pubbliche dovrebbe essere il primo a comprenderlo.

Luigi Palamara

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