Melito Porto Salvo (Reggio Calabria) 28 marzo 2025. Ho notato con piacere che ha sortito un qualche effetto l’appello lanciato alle formazioni politiche e ai cittadini di Melito in vista delle amministrative del prossimo maggio di animare un dibattito politico con spirito non conflittuale visto che a Melito brilla da tempo il deserto dell’iniziativa politica. Purtroppo devo constatare che le discussioni si sono accese più sulla composizione delle liste che sulle proposte di come affrontare le emergenze. Proprio partendo da tale argomento vorrei aprire una discussione che spero sia proficua e consenta un confronto sereno ed intelligente.
La realtà melitese ha sempre evidenziato un dato quello di un paese che ad ogni scadenza elettorale è profondamente disunito e lacerato.
Questo malessere ha radici lontane nel tempo ed ha sempre bloccato l’emergere di amministratori capaci e responsabili.
Tentiamo questa volta di isolare questo fenomeno devastante che basato su logiche parentali e spartitorie ha concorso a quel degrado morale e politico del quale ognuno di noi ha conosciuto e conosce le conseguenze.
Tentiamo questa volta di non essere subalterni a chi assumendo atteggiamenti pseudo-politici ha molteplici volte dimostrato di essere incapace di guidare questo paese rendendo confuso, approssimativo e quasi inesistente il ruolo della politica.
Vogliamo un nuovo periodo di oscurantismo? Continueremo a far emergere soggetti disponibili solo ad utilizzare il pubblico denaro in modo irresponsabile ed arrogante?
Ma ferma la premessa di puntare su scelte oculate che disdegnino gli affaristi e i portatori di clientele, ritengo che un primo punto di confronto importantissimo sia quello su quale modello organizzativo il Comune dovrà perseguire onde sopperire allo scarso peso politico presso le istituzioni di livello superiore.
Lo dico subito: piu’ debolezze fanno una forza e in tal senso la prospettiva di garantire un futuro al paese di Melito passa esclusivamente per la strada dell’Unione dei Comuni dell’area dello Ionio Meridionale.
Vi è la necessità di un ente di ampio respiro che riesca a farsi identificare quale riferimento dal tessuto economico, sociale e politico di tutto lo Ionio Meridionale.
Solo in un contesto federativo gli enti locali riescono ad ovviare all’impasse della carenza di risorse finanziarie
L’esercizio associato delle funzioni attraverso l’unione può riuscire ad istituire uffici le cui funzioni oggi sono vitali per l’ente locale. Si pensi ad una struttura con capacità progettuale tale da cogliere le opportunità offerte dai finanziamenti europei e specializzato in sistemi di controllo aziendale (fonte di report per il decisore politico) ed una struttura ICT (tecnologie dell’informazione e della comunicazione) che, progetti, implementi e gestisca reti informatiche.
L’Unione può riuscire ad acquisire un maggiore peso territoriale rispetto ai singoli comuni che agiscono in maniera non concertata tanto da venire riconosciuto quale punto di riferimento ed ente capofila per ogni intesa programmatica di area.
Da non trascurare poi il fatto che il nuovo modello di governance favorirà là partecipazione alla vita pubblica, innovando i rapporti fra amministrazioni e cittadini.
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