Che domande! Ovvero: Apologia dell'Ignorante con microfono
(Tragedia in un atto solo, interpretata da un cervello spento e un tizio col microfono acceso)
Carta Straccia la rubrica Satirica di Luigi Palamara
E insomma, che domande!
La domanda. Quella domanda.
Quella che, appena la senti, ti si ghiaccia il neurone, ti si ribalta la milza e ti viene voglia di chiedere asilo politico alla Finlandia.
Una di quelle affermazioni che non sono tali,
ma tentati omicidi premeditati alla logica umana.
L'ha fatta uno —chiamiamolo "scecco", ma solo per cortesia, che con l’informazione ha lo stesso rapporto che un criceto ha con l’astrofisica: ci gira intorno, ma non capisce un cazzo.
Una voce che pareva uscita da un podcast di analfabetismo funzionale.
Un’opinione così leggera da fluttuare nello spazio, insieme ai sacchetti della spazzatura e ai sogni infranti dei giornalisti veri.
E io, che ascolto, che guardo, che annuisco come un fesso davanti al nulla cosmico…
Non mi arrabbio.
Mi incazzo.
Sì, perché non accorgersi subito della stronzata è peggio che subirla.
È come se ti rubassero il cervello e tu gli offri anche la scatola.
Avrei voluto, metaforicamente, ovviamente, perché noi siamo gente civile, prendere quell’essere umano con le sembianze di un bipede senz’anima,
e accompagnarlo gentilmente fuori dalla categoria “esseri pensanti”
con una pedata filosofica nel deretano.
Ma no.
Rimane lì.
Eterna.
La sua voce, quella sì che è immortale:
l’eco putrida della stupidità digitalizzata.
"Che domande..." ha detto.
E io rispondo:
Sì, bravo.
Che domande.
Quelle che si fanno solo se sei un giornalista vero e non uno che è stato lobotomizzato con un cucchiaino da tè e poi assunto da una redazione con meno scrupoli di un call center alle tre di notte.
Sai com'è?
Dimmi con chi vai, e ti dirò chi sei.
E se vai con gli scecchi, che in gergo tecnico sarebbero asini da tastiera con account verificato,
scecco resti, anche se ti pagano con visibilità.
Quindi sì, sei uno "sceccoweb".
Nuova specie evolutiva della disinformazione:
testa vuota, tastiera piena.
Un avatar con le sinapsi in sciopero.
Il sacchetto della monnezza che fa finta di essere una telecamera.
Che domande…
Quelle che nessuno dovrebbe fare.
E che, purtroppo, molti ascoltano.
Perché la stupidità, oggi, è virale.
E l’intelligenza… boh, forse è andata in ferie.
" CHE DOMANDE" POVERU SCECCU CU LA CAPIZZA.
Carta Straccia – la rubrica che prende a sberle chi scambia il microfono per un neurone.
Prossima settimana: “Tutorial per apparire intelligenti: fingi un cortocircuito e vai offline”.
Luigi Palamara
P.S. Parte conclusiva del pezzo sul Fatto Quotidiano di Lucio Musolino.
“L’obiettivo è che l’estate 2025 sia l’estate dell’avvio dei cantieri” giura Salvini. “Vedremo” è la risposta del sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà.
Luigi Palamara
#sceccu
#sceccoweb
#giornalista
#chedomande
#luigipalamara #palamaraluigi #luispal #luipal #lupa
#cartastraccia
@luigi.palamara Che domande! Ovvero: Apologia dell'Ignorante con microfono (Tragedia in un atto solo, interpretata da un cervello spento e un tizio col microfono acceso) Carta Straccia la rubrica Satirica di Luigi Palamara E insomma, che domande! La domanda. Quella domanda. Quella che, appena la senti, ti si ghiaccia il neurone, ti si ribalta la milza e ti viene voglia di chiedere asilo politico alla Finlandia. Una di quelle affermazioni che non sono tali, ma tentati omicidi premeditati alla logica umana. L'ha fatta uno —chiamiamolo "scecco", ma solo per cortesia, che con l’informazione ha lo stesso rapporto che un criceto ha con l’astrofisica: ci gira intorno, ma non capisce un cazzo. Una voce che pareva uscita da un podcast di analfabetismo funzionale. Un’opinione così leggera da fluttuare nello spazio, insieme ai sacchetti della spazzatura e ai sogni infranti dei giornalisti veri. E io, che ascolto, che guardo, che annuisco come un fesso davanti al nulla cosmico… Non mi arrabbio. Mi incazzo. Sì, perché non accorgersi subito della stronzata è peggio che subirla. È come se ti rubassero il cervello e tu gli offri anche la scatola. Avrei voluto, metaforicamente, ovviamente, perché noi siamo gente civile, prendere quell’essere umano con le sembianze di un bipede senz’anima, e accompagnarlo gentilmente fuori dalla categoria “esseri pensanti” con una pedata filosofica nel deretano. Ma no. Rimane lì. Eterna. La sua voce, quella sì che è immortale: l’eco putrida della stupidità digitalizzata. "Che domande..." ha detto. E io rispondo: Sì, bravo. Che domande. Quelle che si fanno solo se sei un giornalista vero e non uno che è stato lobotomizzato con un cucchiaino da tè e poi assunto da una redazione con meno scrupoli di un call center alle tre di notte. Sai com'è? Dimmi con chi vai, e ti dirò chi sei. E se vai con gli scecchi, che in gergo tecnico sarebbero asini da tastiera con account verificato, scecco resti, anche se ti pagano con visibilità. Quindi sì, sei uno "sceccoweb". Nuova specie evolutiva della disinformazione: testa vuota, tastiera piena. Un avatar con le sinapsi in sciopero. Il sacchetto della monnezza che fa finta di essere una telecamera. Che domande… Quelle che nessuno dovrebbe fare. E che, purtroppo, molti ascoltano. Perché la stupidità, oggi, è virale. E l’intelligenza… boh, forse è andata in ferie. " CHE DOMANDE" POVERU SCECCU CU LA CAPIZZA. Carta Straccia – la rubrica che prende a sberle chi scambia il microfono per un neurone. Prossima settimana: “Tutorial per apparire intelligenti: fingi un cortocircuito e vai offline”. Luigi Palamara P.S. Parte conclusiva del pezzo sul Fatto Quotidiano di Lucio Musolino. “L’obiettivo è che l’estate 2025 sia l’estate dell’avvio dei cantieri” giura Salvini. “Vedremo” è la risposta del sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà. Luigi Palamara #sceccu #sceccoweb #giornalista #chedomande #luigipalamara #palamaraluigi #luispal #luipal #lupa #cartastraccia ♬ suono originale - Luigi Palamara
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